Lampedusa, modelli di accoglienza sostenibile

Mercoledì 20 Settembre 2017
Immagine
LAMPEDUSA

Si è conclusa il 21 settembre nell’Area Marina Protetta delle Isole Pelagie a Lampedusa la 7° Scuola di Alta Formazione di Sociologia del Territorio “A Lampedusa per progettare un’accoglienza sostenibile”, una settimana di incontri e studi con l'obiettivo di formare tecnici e professionisti dell’accoglienza di supporto alle istituzioni che gestiscono i flussi migratori.

L’Università di Milano-Bicocca ha svolto un ruolo importante di organizzazione, gestione e coordinamento scientifico per la realizzazione della Scuola grazie al lavoro di Silvia Mugnano, sociologa di Milano-Bicocca e segretaria della Sezione di Sociologia del Territorio dell’AIS.

«A Lampedusa – spiega Silvia Mugnano - la Scuola ha elaborato modelli di accoglienza sostenibile con l’intento di “esportarli” anche in altre parti d’Italia. I circa 30 iscritti, provenienti dall’Italia e dall’estero, tra cui alcuni studenti del nostro Ateneo, hanno costruito un laboratorio di idee progettuali in chiave socio-territoriale, al fine di favorire processi di interazione fra comunità locali e migranti».

«In particolare – continua Mugnano - Matteo Colleoni, Francesca Zajczyk, Elisabetta Ruspini, Ezio Marra del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale hanno approfondito i temi della mobilità, del turismo e patrimonio culturale dell’isola; mentre l’ufficio BASE rappresentato da Mario Boffi e Massimiliano Rossetti hanno presentato gli aspetti metodologici legati sostenibilità ambientale e guidato un gruppo di studenti a sviluppare l’ipotesi progettuale dal titolo Lampedusa Sostenibile».

«La VII Scuola di Alta Formazione di Sociologia del Territorio – conclude Mugnano - è stata una nuova sfida che la Sezione di Territorio ha voluto fare. In questa settimana abbiamo cercato di trasmettere ai nostri studenti che, come esiste una medicina di frontiera esiste anche una sociologia di frontiera. La scuola ha infatti offerto agli studenti oltre a lezioni frontali anche momenti di incontro con la comunità locale e attori del territorio. La visita alle vittime del mare alcuni senza nome nel cimitero di Lampedusa guidata da uno dei membri del Forum solidale è stato un momento toccante e emozionante ma, allo stesso tempo è diventata fondamentale per insegnare agli studenti ad utilizzare metodologie di ricerca qualitativa».

Infine, la parola a Laura Evelina Giliberto, una delle studentesse di Milano-Bicocca dopo la visita all’hotspot di Lampedusa: «Molti di questi ragazzi hanno la mia stessa età. Il mio unico merito è quello di essere nata sulla sponda privilegiata del Mediterraneo. Perché attendere che sia la morte a livellare tali privilegi?»

a cura di Redazione Centrale, ultimo aggiornamento il 23/11/2017