Il corso si basa principalmente su lezioni frontali, ma è progettato in modo da favorire la partecipazione attiva da parte degli studenti, che saranno chiamati a svolgere simulazioni e lavori di gruppo. Sono previste anche alcune testimonianze aziendali. Per raggiungere gli obiettivi caratteristici dell’area di apprendimento dei modelli e delle tecniche psicologiche professionali e applicative negli ambiti sociali e economici, verranno introdotti alcuni strumenti concettuali, primo fra tutti la Teoria dei Sistemi con l’insieme delle conseguenze metodologiche che ne derivano, al fine di ampliare le possibilità di intervento da parte dello psicologo per lavorare sullo spazio cognitivo della vita organizzativa. Al proposito, due chiarimenti. Quando si dice “spazio cognitivo” si includono, oltre a forme di pensiero come la deliberazione e l’argomentazione, anche le componenti emotive e affettive della simbolizzazione. Inoltre “intervenire” non va qui inteso, in prima istanza, tanto nel senso di migliorare l’efficienza, quanto piuttosto in quello di promuovere apprendimento, cambiamento, sviluppo. In breve, nel senso di favorire la consapevolezza dei processi che strutturano la vita organizzativa. Dopo un excursus storico-critico sulla psicologia delle organizzazioni,
il corso affronterà alcuni nuclei tematici, fra cui:
- “Che cosa” sono le organizzazioni, “che cosa” vuol dire “svilupparle”.
- “Che cosa” sono i sistemi complessi, quali le loro caratteristiche dinamiche, come è possibile comprenderle e farle comprendere. Con i conseguenti approfondimenti relativi a tecniche di simulazione top down (System Dynamics) e bottom up, e alle teorie del caos e della complessità.
- I conflitti in ambito organizzativo.
- Lo spazio cognitivo dell’agire organizzato come è stato tradizionalmente elaborato nei costrutti della “razionalità limitata” e del “contesto”.
- Che cosa significa “fare consulenza”: la consulenza di processo e l’analisi della domanda.
- La questione del significato, al fine di chiarire come per gli attori dell’agire organizzato “pensare” e “fare” si possano influenzare reciprocamente. Al di là dell’assunto, diffuso ma sovente irrealistico, che il “fare” discenda immediatamente dal “deliberare”, “decidere” e simili.