Cosa significa "inclusione"? Perché oggi sembra essere così necessario "includere"? Quale relazione c'è tra pedagogia e inclusione? Si può generare inclusione, a quali condizioni? E ancora in che senso la "didattica" può supportare una "pedagogia dell'inclusione"? In che modo gli educatori possono promuovere progetti e contesti di inclusivi?
Sono domande che si possono sviluppare nel momento in cui ci si soffermi a considerare cosa di fatto significhi accostare l'inclusione alla pratica educativa: cosa significhi lavorare nei diversi contesti educativi considerando una prospettiva come quella inclusiva. Sono domande che evidentemente non possono pretendere di ricevere risposte esaustive, ma esigono l'avvio di un processo di ricerca.
Il corso intende approfondire il significato dell'inclusione pensandola come una "pratica", come qualcosa che vive e si alimenta di atteggiamenti, di comportamenti e di un "fare" strettamente intrecciato a un certo modo di "pensare": non quindi come una prospettiva teorica fine a se stessa, come un dovere deontologico delle professioni educative, né come un'ingiunzione morale. Il presupposto è che l'inclusione sia - o non sia - una cifra dell'esperienza che quotidianamente viviamo: che sia un effetto prodotto sulla scorta della presenza di alcune condizioni sociali, materiali, economiche, culturali ed anche educative. E che, se l'educazione è essenzialmente un'esperienza, allora sia necessario chiedersi se e come l'esperienza educativa possa essere "inclusiva": quali condizioni la rendano tale. L'ipotesi, su cui il corso intende lavorare, consiste in questo: comprendere come, in educazione, vengano rappresentate, considerate, significate le "differenze" (di genere, di età, di cultura, di provenienza, a livello di salute, di abilità, di agio o ricchezza, ecc.) e quindi come ci si relazioni, come ci si "muova" in e con le differenze, può permettere di individuare a quali condizioni una situazione educativa - formale, non formale o informale - possa essere inclusiva.
Ulteriore ipotesi è che la didattica, intesa come sapere teorico-pratico criticamente impegnato a individuare le modalità per istituire esperienze educative, possa rappresentare una preziosa risorsa per chi educa di professione: una risorsa cui attingere per comprendere come poter generare situazioni ed esperienze educative inclusive.
Il corso terrà presenti le seguenti domande e lavorerà sui seguenti snodi:
- Cosa significa "saper fare" in educazione?
- Quale relazione esiste tra sapere (dimensione teorica) e fare (dimensione pratica), e come si compone in un "saper fare" educazione?
Cosa qualifica un'esperienza perché sia "educativa"?
Ruolo e significati dell'apprendimento nell'esperienza educativa
- Quale relazione esiste tra "Differenza" e "Inclusione"?
- Cosa intendiamo per "Differenza/e"" e per "Inclusione"?
Differenze e rappresentazioni sociali: il caso della disabilità
Trattare le Differenze: tra esclusione e inclusione
Teorie e modelli per pensare l'inclusione educativa
- Cosa qualifica una relazione come "educativa"?
Quali condizioni?
Quali strategie?
Quali atteggiamenti?
Quali significati?
Quali effetti?
- Cos'è un "contesto educativo inclusivo"? Come generarlo?
La didattica come sapere teorico-pratico per costruire contesti inclusivi
Dispositivi, scene e setting educativi
Strategie di mediazione e finzionalità
Strategie di progettazione