Il corso ha ad oggetto una frazione del diritto amministrativo: e, per questa ragione, è suggerito uno studio congiunto delle due materie.
La nozione di diritto amministrativo europeo oscilla fra una tesi minimalista, ed una massimalista: la prima si pone in termini critici, circa la configurabilità della materia in termini di autonomia; la seconda, invece, tende a riconoscere al diritto amministrativo europeo un ambito proprio, l’ordito del quale è rappresentato da un reticolo di istituti, ritenuti in grado di qualificare la materia con tratti di specificità.
Quest’ultima opinione è propugnata da una tesi che si è andata vieppiù affermando, sin dal corso degli anni ’90, in Italia, così come in altri Stati membri: a quale fra le due tesi si intenda accedere, resta, comunque, il fatto che deve registrarsi la crescente diffusione, nel panorama universitario, di corsi di diritto amministrativo europeo.
Il corso muove dall’analisi di tematiche ed istituti tradizionalmente appartenenti al diritto amministrativo nazionale. E, in tale contesto, si colloca l’influenza del diritto dell’Unione europea, l’area della quale permane in costante espansione. Il che determina due concorrenti effetti: il primo riguarda la dinamica – così come la metamorfosi – degli istituti trattati dagli studiosi del diritto amministrativo; il secondo riguarda, invece, regole e principi comunitari confluiti e/o confluenti in ambito interno, suscettibili di incidere sull’azione dei pubblici poteri.