#Bicocca20: la corrispondenza polvere-clima negli ultimi 800.000 anni dallo studio del nucleo di ghiaccio di EPICA Dome C (Antartide Est)

Lunedì 29 Gennaio 2018
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Glaciazioni

Continuano le interviste degli speciali #Bicocca20 che ci accompagneranno da qui al prossimo giugno 2018, quando il nostro Ateneo compirà 20 anni dalla sua istituzione. In questi speciali ricorderemo alcuni dei risultati più significativi ottenuti dalle attività di ricerca del nostro Ateneo condotte nei vari settori disciplinari, dal 1998 ad oggi.

Oggi è la volta dello studio EPICA, ce lo raccontano la Dottoressa Barbara Delmonte ed il Professor Valter Maggi. 

Dottoressa Delmonte, in cosa consiste lo studio?

In questo studio abbiamo ricostruito le condizioni climatico-ambientali alle alte latitudini Sud negli ultimi 800.000 anni tramite l’analisi delle polveri minerali eoliche intrappolate nei primi 3200 metri di ghiaccio della carota EPICA (European Project for Ice Coring in Antarctica), prelevata a Dome C nel cuore dell’Antartide orientale. Per la prima volta abbiamo potuto evidenziare che durante le fasi climatiche fredde, cioè le cosiddette glaciazioni, esiste uno stretto legame tra il clima in Antartide e le condizioni climatico-ambientali delle regioni continentali ubicate ad alte latitudini nell’emisfero Australe, in particolare il Sud America.

La perforazione EPICA nel sito di Dome C è iniziata nel dicembre 1996 ed è terminata nel dicembre 2004 alla profondità di 3.260 m. Ad oggi, essa ha fornito la sequenza paleoclimatica più antica mai ottenuta da carote di ghiaccio. EPICA è un programma scientifico finanziato dall’UE, sotto l’egida dell’European Science Foundation, al quale hanno partecipato 10 nazioni europee, con finanziamenti nazionali e della Comunità Europea. La partecipazione italiana è stata coordinata dall’Università degli Studi di Milano-Bicocca.

Qual è l’importanza di ricerche di questo tipo?

I ghiacci delle calotte polari, in particolare dell’Antartide, costituiscono archivi naturali unici di storia climatica e ambientale della Terra. Il loro studio contribuisce considerevolmente alla ricostruzione della storia del clima e dell’atmosfera terrestre nelle ultime centinaia di migliaia di anni. Per questo motivo essi rappresentano un cardine fondamentale per gli studi sul global change, in quanto forniscono rilevanti e dettagliate informazioni sull’andamento del clima e della composizione dell’atmosfera nel passato e permettono di comprendere la natura e l’entità dei cambiamenti climatici in atto, nonché le tendenze future.

Professor Maggi, Milano-Bicocca, grazie al suo gruppo di ricerca, è stata tra i protagonisti del progetto EPICA. Ci può raccontare qualcosa in più sugli aspetti scientifici e umani legati a quei mesi in Antartide?

EPICA è stato sicuramente il progetto che ha viso la glaciologia italiana entrare a pieno titolo nella ricerca paleoclimatologica da ghiacciai, con l’opportunità di costruire un gruppo di ricerca composto da molti istituti e università sotto il coordinamento del nostro Ateneo e del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra, oltre a permetterci di sviluppare nuove tecniche di campionamento e di misura.

Abbiamo partecipato ad oltre 8 campagne antartiche costruendo laboratori direttamente a Concordia, 1100 km interno dell'Antartide, per poter avere il prima possibile un chiaro quadro di come si sia evoluto il clima del nostro Pianeta negli ultimi 800 mila anni. Dieci nazioni europee, oltre 50 istituzioni di ricerca ed oltre 500 tra ricercatori e studenti hanno lavorato negli ultimi 20 anni per capire come gli ultimi 8 cicli glaciali abbiano influenzato la Terra. Gli sforzi compiuti ci hanno permesso di ricevere un prestigioso riconoscimento nel 2008 : il Premio Cartesio da parte della UE (European Science Awards, Descartes Prize for Collaborative, Transnational Reearch) come il miglior progetto di collaborazione scientifica.

Quali sono gli studi in cui è impegnato, in questo momento, il suo gruppo di ricerca e quali sono i prossimi obiettivi?

Chiaramente la ricerca non si ferma, l'Antartide resta sempre il posto che meglio permette ricostruzioni climatiche ad ampia scala. Miglioriamo la risoluzione, andando alla ricerca di siti dove nevica molto e per cui è possibile avere più dati per la stessa unità di tempo.

E’ anche vero che esistono molti altri siti sul nostro Pianeta che permetterebbero ricostruzioni climatiche a scala continentale o regionale, per questo motivo stiamo lavorando con carote di ghiaccio delle Ande o delle Montagne rocciose, collaborando con un gruppo internazionale di cinesi sull'Himalaya o Karakorum, ma anche sulle nostre Alpi che si trovano in mezzo ad una delle aree più industrializzate del nostro pianeta. Stiamo cercando di capire quindi il clima del passato per permettere la ricostruzione del clima del futuro.

 

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#Bicocca20 è una storia di ricerca, didattica e innovazione. Volti di uomini e di donne che hanno fatto la storia di Milano-Bicocca. Ed è per questo che attraverso le ricerche e gli studi più significativi vogliamo raccontare la vita del Campus vista dai laboratori.

 

a cura di Redazione Centrale, ultimo aggiornamento il 09/02/2018