Emergenza idrica, arriva l’algoritmo che scova le perdite degli acquedotti

Martedì 01 Agosto 2017
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acquedotti

Individuare le perdite occulte nelle reti di distribuzione idrica grazie a un algoritmo. È quello che fa il sistema sviluppato dai ricercatori del Dipartimento di Informatica, sistemistica e comunicazione dell’Università di Milano-Bicocca per permettere una più efficiente ed efficace gestione dei sistemi idrici.       

«Il sistema combina tre tecnologie: dati di monitoraggio (pressione e portata), simulazione idraulica e algoritmi di analisi dati (Machine Learning) – spiega Antonio Candelieri, ricercatore di Informatica dell’Ateneo e tra gli ideatori del sistema -. Il modello software della rete è utilizzato per simulare un elevato numero di perdite, differenti per posizione e gravità. Per ogni perdita simulata memorizziamo le variazioni di pressione e portata indotte. I dati provenienti dai sensori sulla rete fisica sono analizzati dall’algoritmo per capire quali siano le situazioni più simili a quelle reali e recuperare la loro posizione».

Quali sono i vantaggi?             
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Innanzitutto riduciamo i tempi e i costi per la localizzazione puntuale sul campo, con un significativo calo degli sprechi e della pressione nella rete».

Il sistema è applicabile in qualsiasi città?               
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Assolutamente sì. Il modello software riprodurrà, il più fedelmente possibile, il comportamento della rete reale, richiedendo quindi un’accurata fase di calibrazione».

Lo avete già testato?                
«Sì, lo abbiamo testato e validato nelle sue varie versioni ed evoluzioni, sui casi pilota di progetti regionali ed europei. La procedura generale di validazione è consistita nel creare delle perdite “controllate” (aperture di idranti), in posizioni a noi sconosciute, in modo da verificare se il sistema fosse in grado di localizzarle».

È possibile quantificare le perdite individuate?           
«Esiste una certa variabilità nei risultati: ci sono casi in cui ci siamo riusciti ad individuare tutte le perdite “controllate”, altri in cui ne abbiamo localizzato soltanto il 30-40 per cento. Nonostante tutto, la zona suggerita dal sistema era molto vicina alla posizione della perdita controllata. La variabilità dei risultati dipende da diversi fattori: l’accuratezza del modello di simulazione, il numero e la posizione dei sensori di monitoraggio di pressione e flusso, la qualità delle misurazioni».

Quali sono le principali cause delle falle del sistema idrico italiano?          
«Naturalmente l’età dei nostri acquedotti: di molte condotte spesso non si conosce neanche l’esatto anno di posa. Poi il fatto che, nel momento in cui insorge una nuova perdita occulta la soluzione spesso adottata consiste nell’aumentare la pressione per contrastare la perdita e garantire l’erogazione del servizio ai cittadini. Purtroppo un aumento della pressione può aumentare il rischio di insorgenza di nuove perdite o di peggioramento di quelle esistenti, creando di fatto un “loop” negativo».

a cura di Redazione Centrale, ultimo aggiornamento il 05/10/2017