La Fondazione Cariplo sostiene i progetti di ricerca Bicocca

Giovedì 01 Febbraio 2018

La Fondazione Cariplo sostiene la promozione e l'innovazione di progetti particolarmente meritevoli in diversi ambiti legati ad arte e cultura, ambiente, sociale e ricerca scientifica.

Per il 2017 sono 9 i progetti dell'Ateneo che hanno potuto beneficiare dell'assegnazione di un contributo, scopriamoli nel dettaglio:

Il Programma Virgilio è un corso di formazione complementare rivolto a quegli studenti di medicina interessati ad approfondire la comprensione dei metodi di ricerca e il legame tra la ricerca di base e la ricerca cliniche. L’obiettivo del programma è quello di migliorare il loro talento e le competenze nella ricerca scientifica e sostenere ed incentivare la loro inclinazione per il percorso di carriera del medico ricercatore, un’importante figura professionale che colma il divario tra la ricerca biomedica e la pratica clinica.

Il Progetto Virgilio è coordinato da Università di Milano Bicocca, ha come partner l’Università degli Studi di Milano e Humanitas University, ed è aperto agli studenti del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia delle tre Università. Questo corso, a partire dal quarto anno, e per un numero selezionato di studenti, sotta la guida di mentori e tutori, integrerà il normale programma di studio in medicina con seminari, attività di insegnamento interattivo e esperienze di laboratorio volte a fornire agli studenti gli strumenti che consentano la loro attiva partecipazione alla ricerca scientifica.

La sinergia tra i tre atenei permetterà la creazione di una Facoltà interuniversitaria e di un team di tutori e mentori condiviso, e consentirà agli studenti di muoversi liberamente sull’intero ventaglio milanese per trovare il posto migliore in cui “radicare” il proprio sviluppo professionale.

Il cuore del progetto è lo studio quantitativo e funzionale delle cellule staminali renali adulte umane nell’invecchiamento e la correlazione del ruolo funzionale di queste cellule staminali renali con la sindrome clinica della fragilità associata all’invecchiamento.

Si studieranno in particolare gli effetti di condizioni biologiche legate alla fragilità, quali lo stress ossidativo e l’alterazione di mediatori infiammatori, sul self-renewal e sul differenziamento delle cellule staminali renali adulte umane. I risultati potranno aiutare a comprendere meglio i meccanismi fisiopatologici alla base della disfunzione renale correlata alla fragilità, inoltre potranno aiutare ad ipotizzare strategie di prevenzione e trattamento utili per i pazienti e che potrebbero giovare anche in un’ottica di riduzione dei costi a carico del Sistema Sanitario Nazionale.

Parti attive dell’elaborazione del progetto finale sono stati oltre al laboratorio di Oncologia/Patologia Molecolare del Prof. Roberto Peregoaffiancato dalla Dr.ssa Silvia Bombelli e dalla Dr.ssa Cristina Bianchi, anche l’UO di Geriatria diretta dal Prof. Giorgio Annoni affiancato dal Dr Paolo Mazzola e l’UO di Anatomia Patologica col Prof. Giorgio Cattoretti, entrambe UO dell’Ospedale S Gerardo di Monza. L’elaborazione dell'analisi statistica dei dati è stata ricoperta dalla Prof.ssa Laura Antolini di Statistica Medica.

Tutto il team di ricerca fa parte del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell'Università Milano-Bicocca.

Il progetto LONGEVICITY studia le città del futuro in quanto caratterizzate dalla crescente presenza di cittadini longevi e attivi e dalla necessità di progettare infrastrutture tecnologicamente avanzate, soprattutto in vista del ruolo che avranno i veicoli a guida autonoma in questo scenario.
Il progetto sarà svolto da un team internazionale ed è basato su un approccio di ricerca fortemente cross-disciplinare, integrando competenze, metodologie e strumenti di ricerca provenienti dalle Scienze Sociali, dal Design dei Servizi, dall’Intelligenza Artificiale e dalle Scienze della Complessità.

LONGEVICITY è finalizzato a supportare l’inclusione sociale e l’invecchiamento attivo della popolazione in contesti urbani. A tale scopo il progetto è basato su strumenti metodologici e computazionali volti alla valutazione della walkability (livello di accessibilità, comfort e sicurezza per i pedoni), per favorire approcci risolutivi che tengano conto delle esigenze e della percezione dei cittadini anziani rispetto alle infrastrutture e ai servizi per la mobilità nella città di Milano. La ricerca si contraddistingue per un interplay metodologico tra avanzati strumenti per la ricerca sociale, coniugati ad approcci per lo sviluppo di tecnologie innovative.

Il rischio di inondazione in Italia ha una lunga storia che parte dall’epoca romana. Oggi si stima che le aree ad alto rischio idrogeologico raggiungano il 10% dell’intero territorio (e il 18% della regione Lombardia). Tradizionalmente tale problema è stato affrontato attraverso il potenziamento delle strutture atte a controllare e arginare il rischio di inondazione. Tuttavia le azioni strutturali hanno spesso trascurato le variabili associate alla presenza di esseri umani e alla loro interazione con l’ambiente.  

Il progetto FLORIMAP, nato dalla collaborazione tra ingegneri, psicologi e scienziati sociali, si propone di migliorare le pratiche di gestione del rischio anche attraverso la valutazione del livello di esposizione delle comunità, del livello di vulnerabilità e di percezione soggettiva del rischio. L’obiettivo è di combinare processi di quantificazione del rischio di inondazione con strategie di comunicazione rivolte alla popolazione. I risultati verranno utilizzati per definire delle linee-guida, promuovere politiche e pratiche da estendere al resto del territorio italiano e a livello europeo. 

Negli ultimi anni la maggior parte delle stamperie tessili ha adottato una tecnologia di stampa innovativa ad ink-jet che, nonostante sia economicamente e tecnicamente superiore alla stampa tradizionale, è responsabile dell’aumento di oltre il 200% del carico di azoto nell'acqua di scarico di processo. In questo contesto nasce la proposta progettuale TRETILE, che intende sfruttare le capacità biodegradative di tre microrganismi (anammox, alghe e funghi), in modo da sviluppare processi depurativi innovativi, che rendano più sostenibile l’industria tessile.

I principali obiettivi di TRETILE sono:

- riduzione dell’azoto nei reflui della stamperia tramite il processo anammox;

- rimozione di composti recalcitranti e decolorazione delle acque reflue tramite un processo biologico basato sui funghi;

- utilizzo dell’acqua di scarico della stamperia come substrato di crescita per la coltivazione di microalghe e funghi;

- recupero di molecole ad elevato valore aggiunto (enzimi e pigmenti) da riutilizzare nell'industria tessile stessa.

Il progetto partirà entro maggio 2018 e avrà durata di due anni. Le attività di ricerca verranno coordinate dal Politecnico di Milano (capofila) e svolte in collaborazione con tre partners universitari (Università degli Studi di Milano Bicocca, Università di Milano, Libera Università di Bolzano), e due industriali (Lariana Depur Spa e Stamperia di Cassina Rizzardi Spa).

Il progetto interessa l’Ambito Territoriale Ecosistemico, proposto dai Parchi di Montevecchia e Valle del Curone e di quello del Monte Barro, insieme alle due aree coinvolge anche la Riserva del Lago di Sartirana, il PLIS del Monte di Brianza ed alcune aree funzionali alla loro connessione ecologica.

In considerazione di fattori di rischio per il capitale naturale costituiti dall'isolamento ecologico degli ambienti, la forte urbanizzazione, e la scomparsa degli ambienti semi-naturali, correlati all'attività agricola e forestale, questo progetto si propone come una prima esperienza di visione organica delle esigenze gestionali dello stesso capitale naturale di questo territorio, anche nell’ottica del processo di riforma del Sistema di Aree Protette in corso di realizzazione.

Il progetto è finalizzato alla conservazione e riqualificazione dei beni ambientali, ed alla loro valorizzazione, sia nei confronti delle future generazioni, sia delle società che attualmente vivono sul territorio.

Più concretamente, mira a produrre effetti a breve termine sulle comunità locali, delle quali amplia la possibilità di fruire responsabilmente il proprio territorio, e alle sulle scuole a cui vengono offerte esperienze di educazione ambientale.

Il progetto mira anche a delineare una forma più efficace di gestione conservazionistica delle aree protette, anche dal punto di vista delle risorse economiche impiegate. Infine, l'aumento di conoscenza del territorio può produrre effetti positivi per le alcune tipologie di attività economiche più strettamente connesse alla valorizzazione del capitale naturale, e in particolar mode le attività agrituristiche.

Il progetto si propone di analizzare la relazione tra reti sociali degli anziani, la loro salute fisica, le loro capacità cognitive e il benessere soggettivo. Stante la rilevanza crescente che, in società sempre più digitalizzate, le piattaforme digitali assumono come ambienti nei quali sviluppare nuove relazioni o coltivare relazioni esistenti, il progetto analizza sia le relazioni tradizionalmente sviluppate e coltivate dagli anziani (offline), sia quelle digitali (online, ad, esempio, Facebook).  Il progetto si focalizza sul contesto italiano ma adotta una prospettiva di analisi comparativa a livello europeo, utilizzando inoltre un un approccio di ricerca mixed-methods e multidisciplinare (si analizzeranno dati di diverso tipo, come i "big data",  dati sperimentali, dataset cross-sectional e longitudinali). Nel dettaglio, il progetto si pone i seguenti obiettivi: descrivere il grado di utilizzo dei siti di Social Networking da parte degli anziani, le caratteristiche e le competenze di coloro che li usano, indagare  le pratiche d’uso quotidiano degli Smartphone e dei siti di Social Networking da parte degli anziani, con particolare attenzione alla loro influenza sulle relazioni intergenerazionali, illustrare le caratteristiche delle reti sociali offline degli anziani e indagare l'impatto dei cambiamenti intervenuti nelle reti sociali sulla salute, le capacità cognitive e il benessere soggettivo, indagare l'esistenza di una relazione causale tra interazioni sociali offline e online degli anziani e loro salute fisica, capacità cognitive e benessere soggettivo. Particolare attenzione è posta allo studio delle differenze dell’impatto di tali relazioni tra anziani che risiedono in aree urbane e rurali, gruppi di età, uomini e donne e tra anziani con differenti condizioni abitative.

Per saperne di più: https://www.researchgate.net/project/Aging-in-a-networked-society-Older-people-social-networks-and-well-being

La salute mentale rappresenta una dimensione fondamentale per la vita di ogni persona. Il progetto promuove il benessere della popolazione giovanile europea chiamata oggi ad affrontare il proprio “divenire adulta” in condizioni problematiche. S'intende far emergere e sviluppare, attraverso lo scambio di buone pratiche e lo sviluppo di un partenariato strategico nel bacino del Mediterraneo, la consapevolezza circa l’importante contributo che le professionalità educative (educatori e insegnanti in primis) possono offrire nell'intercettare, comprendere, gestire i segnali di malessere manifestati dai/dalle giovani (16-26 anni). Saranno coinvolti insegnanti della scuola secondaria di II grado e professionisti dell’educazione operanti nell'area giovani e salute mentale. In particolare, a livello locale, si lavorerà con operatori impegnati in progetti già consolidati sul territorio milanese, volti alla promozione e diffusione della cultura della salute mentale per i giovani.

Educatori ed insegnanti possono giocare un importante ruolo nel prevenire il disagio, in qualunque contesto lavorino (a scuola come nei servizi dell’area della salute mentale). Una maggiore consapevolezza di come le loro azioni consentano di entrare in contatto con le manifestazioni di un disagio iniziale nei giovani può aiutare a costruire un solido punto di partenza per la costruzione di strategie e competenze di prevenzione in salute mentale. Il principale risultato atteso del progetto è dunque lo sviluppo di questa conoscenza laddove tacita e la definizione delle “buone pratiche” ad essa correlate.

"The Aging African Diasporas" (TAAD) esplora l'invecchiamento all’intersezione con i processi migratori. Per tre anni, le comunità diasporiche eritree, egiziane e senegalesi di Milano, Bergamo e dell’hinterland saranno gli interlocutori privilegiati dal progetto. Gli eritrei sono una delle più antiche comunità africane di Milano, mentre gli egiziani e i senegalesi sono due fra le più numerose. Il progetto sarà diretto dalla prof.ssa Alice Bellagamba del Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa” in partenariato con l’ONG Fondazione Acra e con le Cooperative Diapason e Ruah. L'obiettivo è affrontare il fenomeno sociale emergente 1) di uomini e donne africani, arrivati in Italia come lavoratori e lavoratrici, che devono ora rinegoziare la loro posizione sociale di anziani e 2) di genitori anziani che si ricongiungono ai figli residenti in Italia.

Concettualmente, il progetto coniuga la letteratura interdisciplinare sull'invecchiamento, sulla migrazione, sulle società e sulle politiche africane con le competenze sui migranti della società civile lombarda. Sul piano metodologico, TAAD esplora le possibilità di integrazione fra ricerca socio-antropologica e psicologica.

a cura di Redazione Centrale, ultimo aggiornamento il 01/02/2018