Medici in alta quota per il monitoraggio della pressione arteriosa

Venerdì 14 Luglio 2017
Estate, tempo di vacanza. Al mare o in montagna. Ma cosa succede alla pressione arteriosa quando saliamo a quote medio-alte?
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Estate, tempo di vacanza. Al mare o in montagna. Ma cosa succede alla pressione arteriosa quando saliamo a quote medio-alte? Per sensibilizzare turisti ed escursionisti, il 23 luglio, in 16 rifugi italiani e svizzeri, si terrà la campagna “Pressione arteriosa in montagna” promossa dalla Società italiana dell’ipertensione arteriosa, dal Club alpino italiano e dalla Società italiana della medicina di montagna e sostenuta organizzativamente dall’Università di Milano-Bicocca e dall’Istituto Auxologico Italiano di Milano.

I ricercatori dell’Ateneo e dell’Auxologico hanno infatti dimostrato come la pressione arteriosa salga in modo significativo durante esposizione ad alta quota (sopra i 2500 metri), iniziando a modificarsi anche in caso di salita ad altitudini moderate (attorno ai 1800-2000 metri).

Un killer silenzioso che per la sua asintomaticità è ancora oggi il principale fattore di rischio per malattie cardiovascolari in tutto il mondo, colpendo circa il 40 per cento della popolazione adulta occidentale. Per prevenire il verificarsi di eventi cardiaci e cerebrali spesso fatali o invalidanti, occorre quindi prestare maggiore attenzione al comportamento della pressione arteriosa in diversi momenti della nostra quotidianità.

Gli escursionisti potranno ricevere informazioni sul rapporto tra pressione arteriosa e montagna, misurare la pressione, la frequenza cardiaca e la saturazione di ossigeno nel sangue. La campagna ha inoltre l’obiettivo di effettuare la raccolta di dati per la ricerca scientifica sul comportamento della pressione ad alta quota e sul profilo individuale di rischio cardiovascolare tra gli escursionisti.

Per maggiori info leggi il comunicato stampa in allegato. 

a cura di Redazione Centrale, ultimo aggiornamento il 05/10/2017