Grazie al progetto del Dipartimento di Fisica dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca, gruppi di studenti degli ultimi due anni delle scuole superiori possono sperimentare "sul campo" i principi della materia. Ecco come funziona.
Fare esperienza sul campo
Sperimentare sul campo i principi della fisica, imparando a usare gli strumenti di laboratorio e a gestire i dati in autonomia. E’ l’esperienza “da protagonisti” che fanno i partecipanti a LabEx, il progetto del Dipartimento di Fisica dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca rivolto specificamente agli studenti degli ultimi due anni delle scuole superiori.
Il progetto, che è realizzato nell'ambito del Progetto "Lauree Scientifiche", promosso del Ministero dell'Università e della Ricerca, punta ad avvicinare al mondo della scienza gli studenti, coinvolgendoli in diversi esperimenti e così stimolando in loro un processo di analisi critica dei fenomeni osservati. Le esperienze possono essere svolte da gruppi di studenti delle scuole superiori sotto la guida del proprio docente, con la collaborazione di personale del Dipartimento di Fisica.
Attraverso i diversi esperimenti, gli studenti imparano a verificare l'esistenza delle forze fondamentali della natura. Alcune esperienze di laboratorio consentono un primo approccio soft al mondo della fisica, mentre in altre sono riproposti alcuni esperimenti fondamentali nella storia di questa materia.
I dati confermano poi che la frequentazione di LabEx ha spesso una rilevanza significativa anche per l’orientamento universitario: sono diversi, infatti, i casi di studenti che dopo aver partecipato a LabEx hanno deciso di iscriversi al corso di laurea di Fisica a Milano-Bicocca.
Ecco come funziona
Partecipare agli esperimenti è semplicissimo: è sufficiente riunire un gruppo di almeno 5 studenti e 1 professore e iscriversi nel sito di LabEx. La partecipazione per tutti gli studenti delle scuole superiori è gratuita.
Il racconto di un partecipante
Raccontiamo l’esperienza di Sebastian Shubin, oggi studente a Milano-Bicocca iscritto al secondo anno del corso di laurea triennale in Fisica
Cosa ti ha spinto a partecipare a LabEx?
Ho partecipato in due occasioni: in quarta e in quinta superiore. Frequentavo un liceo scientifico tradizionale e le materie che studiavo più volentieri e appassionatamente erano storia e fisica. Ero intrigato dall’idea di mettere mano alle leggi fisiche viste sui libri o lette su Wikipedia, di poter entrare in un laboratorio e visitare un ambiente universitario.
L’esperienza fatta a LabEx ha avuto un ruolo nella tua scelta di iscriverti a Fisica a Milano-Bicocca?
Decisamente sì, rafforzando le motivazioni intime che mi hanno spinto a fare fisica: indagare il funzionamento della natura, l’approccio scientifico, il senso di contatto quasi “mistico” che provo nel misurare concretamente delle quantità come l’intensità del magnetico terrestre. Grazie alla partecipazione a LabEx, poi, ho scoperto che a “portata di treno” c’era un Università con un corso che mi interessava e frequentando il laboratorio ho potuto avere un primo approccio con i luoghi. Tutto questo mi ha spinto a scegliere, tra Fisica e Ingegneria, Fisica e, tra Statale e Bicocca, Bicocca.
LabEx, peraltro, non è stata l’unica esperienza in Bicocca ad aver influito sulla mia scelta. Un ruolo importante ha avuto anche la partecipazione all’International Cosmic Day, un evento che, sia pure in un contesto amplificato, adottava un metodo analogo: giovani tutor spiegano fenomeni quotidiani ma poco “tangibili” e poi fanno gestire gli esperimenti dai ragazzi. Il tutto esteso in un periodo di tempo più lungo di LabEx, avendo l’attività occupato un’intera giornata.
Quali sono gli aspetti dell'attività svolta a LabEx che hai particolarmente apprezzato?
Innanzitutto, mi ha entusiasmato il ruolo attivo negli esperimenti: i tutor che ci assistevano ci facevano usare la strumentazione di laboratorio e, pur guidandoci, ci lasciavano impostare e rielaborare “autonomamente” i dati. Passo dopo passo, ci veniva sempre chiesto: cosa fareste voi?
Mi ha poi colpito positivamente la giovane età dei tutor: avevano solo qualche anno più di me e si relazionavano con noi in modo poco “accademico”, usando il linguaggio di noi ragazzi per farsi capire e coinvolgerci. Questo modo di fare mi ha fatto sentire alla pari con loro e mi ha fatto pensare: se ce l’hanno fatta loro ad arrivare lì, allora ci posso riuscire anche io. I tutor, per di più, erano molto disponibili a rispondere alle nostre domande, non solo sugli esperimenti, ma anche sui percorsi formativi che avevano seguito, fornendoci così degli spunti interessanti in vista delle nostre future scelte universitarie.
Quali sono gli esperimenti effettuati che avete trovato più interessanti?
Ho apprezzato particolarmente l’esperimento con le bobine di Helmholtz mediante cui abbiamo misurato l’intensità del campo magnetico terrestre. Mi aveva interessato molto anche l’esperimento sulla curvatura dello spazio-tempo, quello in cui si utilizza un pezzo di tessuto teso per visualizzare gli effetti gravitazionali delle masse. Principalmente perché avevo visto dei video su YouTube e avevo un fortissimo desiderio di costruirmi un apparato simile a casa.