Nanotecnologie, intelligenza artificiale, robotica: come sarà l'homo sapiens del futuro?

Questo sito utilizza cookie tecnici, propri e di terze parti, per garantire la corretta navigazione e analizzare il traffico e, con il tuo consenso, cookie di profilazione e altri strumenti di tracciamento di terzi per mostrare video e misurare l'efficacia delle attività di comunicazione istituzionale. Puoi rifiutare i cookie non necessari e di profilazione cliccando su “Rifiuta tutti”. Puoi scegliere di acconsentirne l’utilizzo cliccando su “Accetta tutti” oppure puoi personalizzare le tue scelte cliccando su “Rivedi le tue scelte sui cookie”.
Martedì 31 Ottobre 2017
Immagine
PACCHIONI

Microchip impiantati nel corpo, intelligenza artificiale, medicina di precisione: la nostra specie umana, l’homo sapiens come lo conosciamo oggi, sarà qualcosa di diverso in un futuro nemmeno troppo lontano?

A metterci di fronte a tali scenari imprevedibili è il professor Gianfranco Pacchioni, ordinario di Chimica dei Materiali del Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di Milano-Bicocca, nonché Pro Rettore alla Ricerca dell'Ateneo.

Pacchioni è uno dei 14 Top Scientists italiani chiamati da Regione Lombardia nella giuria del nuovo premio Lombardia è ricerca, che verrà consegnato l’8 novembre alla Scala di Milano al professor Giacomo Rizzolatti. 

In vista della premiazione, il pro rettore di Milano-Bicocca è stato intervistato da Open Innovation Immagine Link Esterno, il network di Regione Lombardia dedicato al mondo della Ricerca e dell'Innovazione.

Professore, di quale ambito della chimica dei materiali si occupa e quali sono le frontiere da esplorare nel vostro settore di ricerca?

“Studiamo nanomaterali utilizzabili per produrre energia in modo sostenibile e per il disinquinamento ambientale. In quest’ottica, la ricerca nel nostro settore punta a modificare determinati materiali per migliorarne le prestazioni: ossidi di titanio, tungsteno, zinco, semiconduttori e loro drogaggio cioè modifica per inserimento di altre specie attive. Si tratta di materiali utilizzati per la cattura dell’energia solare e la trasformazione di quest’ultima in energia chimica.

Il nostro è un settore in cui si lavora a questi obiettivi da molti anni, con risultati interessanti che però non sono quelli sperati all’inizio, dato che l’efficienza di questi processi non è ancora economicamente sostenibile, ovvero concorrenziale rispetto all’utilizzo di combustibili fossili. Certo, c’è tutto un campo in pieno sviluppo per ricorrere a fonti rinnovabili di energia, il sole in particolare, sfruttando materiali diversi. Una scoperta recente è quella di una classe di materiali, le perovskiti, che nel giro di pochissimi anni hanno raggiunto un’efficienza pari o superiore a quella del silicio usato tradizionalmente. La strada insomma è quella della ‘caccia’ a materiali che funzionino meglio e con minor costi rispetto a quelli utilizzati attualmente.

Le applicazioni? La produzione di pannelli solari o di combustibili puliti come idrogeno o metanolo, fonti primarie di energia con le quali speriamo un giorno di riuscire a far viaggiare le auto o volare gli aerei”.

LEGGI IL RESTO DELL'INTERVISTA SU OPEN INNOVATION - REGIONE LOMBARDIA Immagine Link Esterno

a cura di Comunicazione, ultimo aggiornamento il 09/11/2017