Un dispositivo al plasma per sanificare l’aria degli ambienti chiusi, un algoritmo basato sull’analisi del DNA per la tracciabilità del pescato che permetterà di scongiurare frodi alimentari, la messa a punto di una strategia che combina realtà virtuale e psicologia per consentire agli anziani di sentirsi più sicuri alla guida dell’automobile. Sono solo alcuni dei progetti di ricerca che l’Università di Milano-Bicocca ha deciso di finanziare con un investimento di 480mila euro.
Nove le proposte selezionate nell’ambito del bando “Bicocca Starting Grants” su un totale di 25 progetti provenienti da 13 dipartimenti diversi.
L’Ateneo dà vita così a un incubatore di idee di ricerca e innovazione favorendo la collaborazione tra dipartimenti diversi e sostenendo il percorso di carriera degli assegnisti, giovani studiosi che hanno conseguito il dottorato ma che non sono ancora ricercatori di ruolo.
I nove vincitori del Premio guideranno altrettanti team di ricerca multidisciplinari. I progetti partiranno a gennaio 2021 e avranno una durata di dodici mesi. Trascorso il primo anno, quelli ritenuti scientificamente più rilevanti per le attività svolte e per la capacità del gruppo di raccogliere finanziamenti anche all’esterno dell’Ateneo potranno contare sul rinnovo che prevede un ulteriore finanziamento, per un investimento complessivo di 720mila euro.
«Bicocca Starting Grants rappresenta un progetto unico - ha dichiarato la rettrice Giovanna Iannantuoni –. Si tratta del primo grant, in Italia, di tale portata interno ad un ateneo. Con questa iniziativa abbiamo voluto ancora una volta supportare i giovani studiosi e la ricerca interdisciplinare, con il fine ultimo di superare le barriere tra i saperi e favorirne la circolarità».
«L’obiettivo di questo Premio – spiega il prorettore alla Ricerca, Guido Cavaletti – è dare fiducia e sostegno ai nostri assegnisti perché possano mettersi in gioco per sviluppare un loro progetto in totale autonomia. Coinvolgere nei singoli progetti di ricerca più ambiti disciplinari è un valore aggiunto per la comunità scientifica ma anche per gli investitori e attrarre finanziamenti esterni rappresenta un’ulteriore sfida per i nostri giovani ricercatori».
I progetti
La pandemia da Covid-19 ha riportato la questione della casa al centro del dibattito politico, rendendo visibili le disuguaglianze socio-economiche che si sedimentano nella dimensione abitativa. Con il progetto "In TRIAL”, Giacomo Pozzi (antropologo del Dipartimento di Scienze umane per la formazione “R.Massa”), alla guida di un team che include un sociologo, un giurista, due borsisti e un videomaker, analizzerà da una prospettiva socio-antropologica e giuridica se e come gli sfratti impediscano l’accesso a una piena cittadinanza e contribuiscano alla produzione di disuguaglianze, povertà ed esclusione sociale. I risultati dello studio saranno divulgati attraverso la realizzazione di tre video formativi.
Il Magra è il più importante fiume della Liguria. Scorre lungo un territorio stretto fra i monti e il mare, sede di insediamenti umani fin dal 500 AC. Come il resto della Liguria, è un luogo soggetto a eventi climatici molto violenti, con conseguenze gravi per abitanti e attività produttive. Il team di ricerca guidato da Gregorio Taccola (dipartimento di sociologia e ricerca sociale) analizzerà la dinamica geologica delle alluvioni negli ultimi millenni e la risposta culturale e sociale che le comunità della foce del Magra hanno dato a questi eventi catastrofici.
La sanificazione dell'aria negli ambienti interni rappresenta un problema significativo nella pandemia da Covid-19. Il lavoro diretto da Prince Alex del dipartimento di Fisica “G.Occhialini”, in collaborazione con il dipartimento di Medicina e chirurgia, si occuperà di mettere a punto un innovativo dispositivo che sfrutterà le potenzialità del plasma freddo – un gas ionizzato – per ridurre la carica virale e batterica nell’aria. Il dispositivo sarà dotato di sensori per la rilevazione di parametri ambientali e fisici in spazi chiusi che lo renderanno in grado di operare in presenza di persone.
Indagare gli effetti dell’apertura dei centri di accoglienza per richiedenti asilo sui territori in sui sono inseriti e sul percorso di integrazione dei rifugiati stessi. È quanto intende fare il progetto “Migrate” guidato da Sara Giunti (dipartimento di Economia metodi quantitativi e strategie d’impresa) attraverso lo studio della capacità di accesso ai servizi e alle risorse locali da parte dei rifugiati e mediante l’analisi della variazione dei valori immobiliari nei contesti di insediamento dei centri di accoglienza. La ricerca consentirà di fornire linee guida per le politiche sociali e del territorio in un’ottica di miglioramento della capacità di inclusione dei territori nel sistema di accoglienza.
Tracciabilità alimentare dal mare al piatto. Si chiama “Seatraceomics” il progetto di Antonia Bruno (dipartimento di Biotecnologie e bioscienze) che studierà la qualità e la provenienza del pescato per scongiurare frodi alimentari. Non è raro che organismi appartenenti alla stessa specie, ma pescati in aree geografiche diverse, abbiano valore qualitativo ed economico differente. Per questo, la ricerca sfrutterà le cosiddette “scienze omiche” basate sull’analisi del DNA per investigare le “impronte digitali” che l’ambiente lascia su di essi, il tutto attraverso lo sviluppo di un algoritmo che consentirà di predire la provenienza geografica di un campione ignoto sulla base dei dati accumulati.
Sviluppare terapie mirate a recidere la leucemia mieloide acuta alla radice. È l’obiettivo del progetto di Daniele Ramazzotti (dipartimento di Medicina e chirurgia): attraverso lo studio approfondito del funzionamento delle cellule staminali leucemiche, la ricerca proverà a superare i limiti degli attuali regimi chemioterapici che generalmente non riescono a colpire l’intera popolazione di cellule maligne. La leucemia mieloide acuta infatti è una malattia caratterizzata da un altissimo tasso di ricaduta e da un indice di sopravvivenza a cinque anni per gli adulti di solo il 24 per cento, secondo l'American Cancer Society.
Dolore, formicolio, alterata sensibilità a mani e piedi, difficoltà nel manipolare oggetti molto piccoli e precarietà nell’equilibrio. Sono i problemi sperimentati dai pazienti quando terminano le cure per un tumore e possono durare per anni: non esiste, infatti, un trattamento farmacologico valido per questa condizione. Lo studio clinico del team multidisciplinare guidato da Paola Alberti (dipartimento di Medicina e chirurgia) si propone di studiare l’impatto economico della neurotossicità periferica indotta dalla chemioterapia sulla società e sui singoli pazienti, allo scopo di indirizzare future strategie di economia sanitaria in modo da migliorare la gestione dei pazienti.
La distrazione è la prima causa di incidenti stradali. Il progetto “Drive win” coordinato da Carlotta Lega (dipartimento di Psicologia) combina realtà virtuale e stimolazione cerebrale non invasiva per migliorare le capacità di attenzione alla guida ed evitare l’effetto di eventi distraenti e inattesi che possono causare incidenti. Lo studio si focalizzerà sulla comprensione dei meccanismi cerebrali alla base del comportamento di guida e fornirà un aiuto prezioso nello sviluppo di strategie utili a rendere la guida più sicura, soprattutto nei conducenti anziani.
Sviluppare un nuovo sensore in grado di misurare la capacità funzionale residua polmonare, ovvero la quantità di gas presente alla fase dell’espirazione, nei polmoni dei pazienti sottoposti a ventilazione meccanica per insufficienza respiratoria. È l’obiettivo del progetto guidato da Emanuele Rezoagli che nasce della collaborazione tra i dipartimenti di Medicina e chirurgia e di Fisica (avviata nell’ambito del progetto Milano Ventilatore Meccanico - MVM) e che mira alla brevettazione e all’industrializzazione del nuovo sensore.