Come si costruiscono le identità razziali nel Maghreb? E in che modo influenzano ancora oggi la vita sociale, politica e culturale di Paesi come Tunisia, Algeria e Marocco? A queste domande risponderà CHRoMA – Chromatic Maghreb, Untangling the Complexities of Race in the Contemporary Maghreb, un nuovo progetto di ricerca dell’Università di Milano-Bicocca finanziato dall’Unione Europea con un ERC Starting Grant da 1,3 milioni di euro.
A guidarlo sarà l’antropologa Marta Scaglioni, che per i prossimi cinque anni esplorerà le forme di discriminazione razziale e i processi di “razzializzazione” – ovvero il trattamento differente di gruppi sociali percepiti come “diversi” – attraverso un approccio innovativo: partire dalle storie e dalle parole delle persone, piuttosto che dagli schemi imposti dal pensiero occidentale.
«Il Maghreb – spiega Scaglioni – è un osservatorio unico: da un lato è segnato dall’eredità coloniale francese, dall’altro porta con sé le tracce della tratta trans-sahariana. Questo duplice passato continua a influenzare le identità e i conflitti di oggi».
CHRoMA indagherà temi attualissimi come:
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le eredità della schiavitù e le discriminazioni che ancora colpiscono i discendenti degli schiavi;
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i significati dell’“essere bianchi” nelle società arabe e berbere;
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le divisioni interne tra i gruppi Amazigh;
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la condizione dei migranti subsahariani;
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le nuove categorie emerse dall’attivismo antirazzista, in dialogo con movimenti globali come Black Lives Matter.
Il cuore del progetto sarà un lavoro “sul campo”, basato sui lessici locali: termini ed espressioni con cui le stesse comunità descrivono i processi di discriminazione. Queste parole diventeranno vere e proprie chiavi di lettura storiche e culturali, raccolte in un database open source aperto al contributo di tutti.
Accanto a Scaglioni lavoreranno quattro giovani ricercatori, per un progetto che rafforza il ruolo di Bicocca nella ricerca europea. Dal 2014, infatti, l’Ateneo ha ricevuto finanziamenti ERC per ben 20 progetti, tra cui 6 Starting Grant.
«Questo risultato – commenta Marco Orlandi, prorettore vicario e prorettore alla ricerca – è un segnale forte: Milano-Bicocca è un ambiente che sostiene i giovani studiosi e favorisce la nascita di progetti capaci di competere a livello internazionale».