L’Università degli Studi di Milano-Bicocca è diventata partner del progetto finanziato dalla EU CENTER TBI, acronimo di “Collaborative European NeuroTrauma Effectiveness Research in Traumatic brain injury: a prospective longitudinal observational study”.
Obiettivi del progetto, utilizzando un approccio di efficacia comparativa, sono una migliore caratterizzazione del trauma cranico, l’identificazione delle le terapie più efficaci per migliorare i risultati clinici e, una volta acquisite prove di efficacia più solide, lo sviluppo di raccomandazioni e linee guida con metodologie innovative (“living guidelines”).
Professor Citerio, tra gli obiettivi del progetto c’è la volontà di mettere in rete ed intensificare le collaborazioni internazionali: una sfida alla quale partecipano diversi attori, in che misura si colloca l’esperienza italiana?
Questa ricerca non va pensata a livello nazionale, ma a livello globale. Citando Plauto, direi che “nemo solus satis sapit”, cioè che nessuno da solo sa abbastanza, e che lo sviluppo di networks è fondamentale per dare risposte alla necessità dei pazienti traumatizzati di avere cure migliori per migliori risultati a livelli globali.
Infatti Center TBI ha sviluppato collaborazioni al di fuori dell’Europa reclutando molti pazienti anche in India e in Cina (al momento sono stati arruolati circa 25000 pazienti). Center è parte di di inTBIr, una collaborazione di networks di ricerca neurotraumatologici mondiali. La sfida per una migliore caratterizzazione della patologia e per un miglior trattamento è globale e, mettendo insieme tutti questi sforzi, ci stiamo a poco a poco arrivando.
Quali sono gli obiettivi che ci poniamo per i prossimi anni?
Abbiamo riassunto in 12 punti le nostre strategie per il prossimo quinquennio finalizzate a migliorare la prevenzione, la qualità della cura e la ricerca clinica in caso di lesioni cerebrali traumatiche a livello mondiale. Strategie presentate anche al Parlamento Europeo lo scorso 7 novembre.
Tra queste, particolare rilevanza assumono l’implementazione di strategie efficaci per la prevenzione delle lesioni cerebrali traumatiche, la definizione di standards internazionali per un monitoraggio epidemiologico e lo sviluppo e la validazione di misure di esito multidimensionali, che quantifichino complessivamente la disabilità postraumatica.