Oggi in Ateneo è stata presentata una ricerca multidisciplinare di Milano-Bicocca e dell'Università degli studi di Padova che ha indagato su quanto sia conosciuta dalle donne italiane la procedura della procreazione medicalmente assistita (PMA). In particolare, il progetto ha rilevato conoscenze, atteggiamenti e percezioni in relazione alla tecnica del “social freezing” (crioconservazione di ovociti per ragioni non mediche) e, più in generale, ha individuato i diversi fattori (economici, psicologici, familiari o di salute) di ostacolo alle donne che vogliono avere il primo o il secondo figlio.
Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatrici guidato da Emanuela Rinaldi, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi di Milano-Bicocca presso il Dipartimento di Scienze Economico-Aziendali e diritto per l’Economia, Pamela Tozzo, docente di Medicina legale e Bioetica dell’Università degli studi di Padova, e Mariangela Zenga, docente di Statistica sociale di Milano-Bicocca.
Al questionario anonimo alla base della ricerca hanno risposto 608 donne, di cui il 54 per cento tra i 30 e i 39 anni. Il 37,5 per cento del campione non aveva figli, il 55,3 per cento ne aveva, il 7,2% era incinta. Tra le donne intervistate che non hanno figli, il 76 per cento ha espresso un forte desiderio di maternità. Fra quelle che non hanno figli (ma ne vorrebbero uno), per il 28,1 per cento il motivo è perché “ci stanno provando ma non riescono”, per il 26 per cento ”perché non hanno risorse economiche a sufficienza” e per il 24,9 per cento “per l’incertezza della carriera lavorativa attuale”.
In riferimento alla procedura del social freezing, il 37,8 per cento vorrebbe avere maggiori informazioni.