Milano, 16 settembre 2009 - Il dolore neuropatico che deriva da lesioni fisiche dei nervi può essere efficacemente contrastato da molecole derivate da zuccheri naturali (glicolipidi derivati dal glucosio). È questa, in estrema sintesi, la scoperta di un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze dell'Università di Milano-Bicocca, guidati dal professor Francesco Peri. La molecola "pilota" chiamata FP1, è stata sintetizzata nei laboratori del dipartimento ed è stata brevettata, assieme ad altre molecole simili, nei primi mesi del 2009 suscitando da subito l'interesse di alcune importati case farmaceutiche.
L'efficacia della nuova molecola risiede nella capacità di "modulare" la funzionalità di un recettore cellulare, il TLR4, senza però inibirne del tutto le funzioni. Da circa due anni nella comunità scientifica internazionale si è fatta strada l'ipotesi che l'attivazione del recettore TLR4 sia una delle cause scatenanti del dolore neuropatico profondo. Il recettore, cioè, viene "iperattivato" quando si manifestano le condizioni tipiche che generano il dolore neuropatico come, ad esempio, lesioni o schiacciamenti dei nervi. Sinora, gli analgesici in commercio (compresi quelli derivati dalla morfina) non si sono dimostrati molto efficaci contro questo tipo di dolore cronico, mentre la molecola FP1, che, poiché derivata da uno zucchero naturale, è anche poco tossica, ha dimostrato una notevole efficacia nel fermare rapidamente il dolore in modelli animali.
Per questa ragione, non appena depositato il brevetto della molecola FP1, alcuni "scout" di Big Pharma hanno manifestato un forte interesse all'acquisizione dello stesso e all'avvio dei trial clinici che precedono la messa in produzione del farmaco.
Lo studio è durato circa tre anni ed ha portato ad una serie di pubblicazioni su giornali internazionali tra cui quella sulla rivista Glia (2008,vol. 56, N. 12) e quella sul Journal of Medicinal Chemistry (2009, vol. 52, N. 4) dell'American Chemical Society. Vi hanno preso parte quattro diversi gruppi di ricerca del dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze: Chimica Organica (guidato dal professor Francesco Peri che ha coordinato tutta la ricerca), Immunologia (guidato dalla professoressa Francesca Granucci), Farmacologia (coordinato dalla dottoressa Barbara Costa) e Biochimica (diretto dalla dottoressa Paola Fusi). Alle diverse attività che hanno poi portato al deposito del brevetto ha collaborato anche il professor Francesco Nicotra.
La nuova molecola, inoltre, si è rivelata molto efficace anche contro lo shock settico.Il recettore TLR4, infatti, è il principale responsabile dei meccanismi della risposta immunitaria alle tossine batteriche. Questa risposta, che in genere è benefica e protettiva per l'organismo, alle volte si amplifica eccessivamente dando luogo alla sepsi acuta e, quindi, alla morte.Allo stato attuale non esiste un trattamento farmacologico efficace e solo negli USA ci sono 60mila morti all'anno per shock settico.L'FP1, bloccando in modo reversibile l'attivazione del recettore TLR4, si presenta come un promettente composto pilota per lo sviluppo di farmaci in grado di contrastare lo shock settico e la sepsi acuta.
«Le sindromi che dipendono dall'attivazione del TLR4 - spiega Francesco Peri - non hanno ancora oggi un trattamento farmacologico efficace e selettivo. La nostra ricerca, sviluppata tutta nel dipartimento di Bioteconologie e Bioscienze con la collaborazione esterna di un gruppo di immunologi dell'Università dell'Iowa, è partita prima di tutto dallo studio strutturale del recettore TLR4 che ha permesso di progettare e sintetizzare "ad hoc" molecole capaci di interagire con esso. La capacità di queste sostanze di bloccare alcune patologie, tra cui il dolore neuropatico, correlate all'attivazione del recettore TLR4 è stata una prova della validità dell'approccio. Stiamo sviluppando nuove generazioni di molecole sempre più attive e con maggiore affinità per il recettore. Oltre che essere interessanti candidati farmaci, questi composti chimici permetteranno uno studio approfondito della funzione biologica del recettore TLR4 ».
Articolo completo sul Journal of Medicinal Chemistry