Doposcuola con i mostri sacri della scienza

Martedì, 19 Ottobre 2010

Milano, 19 ottobre 2010 - C’era una volta il visiting professor. Conferenze, seminari, lectures e soprattutto molto lavoro con i colleghi docenti e ricercatori impegnati negli stessi ambiti disciplinari. Ma, anche in periodi di soggiorno molto lunghi, una vera e propria interazione con gli studenti stenta a crearsi. L’idea di cambiare questo approccio è venuta al professor Gianpaolo Brivio ordinario di Fisica della Materia nel dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di Milano-Bicocca e coordinatore del dottorato in Scienza dei Materiali, il quale ha pensato di utilizzare i fondi messi a disposizione da Fondazione Cariplo nell’ambito dei progetti DOMOS e PANDORA per un programma meno convenzionale. Invitare e ospitare per un mese alcuni scienziati, punto di riferimento a livello internazionale nei propri ambiti di ricerca, facendo loro condividere le attività di ricerca nelle quali sono impegnati laureandi, dottorandi e giovani post-dottorato. 

«In questo modo – spiega Brivio – i giovani possono lavorare ‘gomito a gomito’ con lo scienziato e superare quella barriera di soggezione che può impedire domande e discussioni dopo una lezione o un seminario. Essi possono inoltre ‘sentire’ come opera quotidianamente un ‘grande’ davanti a problemi scientifici simili ai loro». 

Le condizioni sulle quali si basa un progetto come questo sono la conoscenza approfondita, anche in termini umani, di grandi scienziati nel loro campo, la disponibilità di questi ultimi a discutere ed arricchire i giovani e la capacità di proporre allo scienziato una problematica scientifica veramente stimolante. 

«Lavorare con gli studenti è sempre un piacere, è quello che faccio tutti i giorni anche nella mia università». Esordisce così Kizhakeyil Lukose Sebastian, professore di chimica teorica all’Università di Bangalore in India, primo dei docenti invitati. Sebastian è arrivato nel nostro Ateneo all’inizio di ottobre e ci rimarrà fino alla fine del mese, lavorando gomito a gomito con gli studenti del dottorato e coi laureandi in Scienza dei Materiali. 

A vederlo impegnato alla lavagna, mentre scrive lunghe formule chimiche e si scambia impressioni con gli studenti si capisce che il professor Sebastian si trova a suo agio tra gli studenti. «Il valore aggiunto – dice – è il contatto diretto che si crea con gli studenti, molto più intenso di quando si va in un’altra università come visiting professor. Lo scambio avviene in tutti e due i sensi, perché anche un professore ha molto da imparare dagli studenti».

Tra gli studenti che stanno “approfittando” della presenza di Sebastian ci sono Carlo, Gloria e Ramona, dottorandi in Scienza dei Materiali e tutti sotto i 26 anni. Sono colpiti dalla disponibilità, affabilità e gentilezza di Sebastian che descrivono pronto ad ascoltare ogni studente che gli si rivolge.

«Il professor Sebastian non si occupa direttamente del mio ambito di ricerca – dice Carlo Motta che sta lavorando a una tesi di dottorato sul trasporto elettronico di molecole organiche – ma mi ha dato ugualmente spunti molto utili per il mio lavoro ai quali non avevo pensato. Soprattutto, averlo a disposizione per un periodo di tempo lungo permette di non limitarsi a discutere un singolo problema ma di creare una vera e propria collaborazione».

«È una grossa opportunità poter interagire con un professore che magari ha un punto di vista diverso», gli fa eco Gloria Preda, impegnata in una ricerca sull’ossido di cerio finalizzata alla realizzazione di un catalizzatore che possa bruciare il particolato dei motori diesel a temperature più basse di quelle ora necessarie. Mentre Ramona Gironda, che pure sta lavorando alla sua testi di dottorato, dice entusiasta che «la cosa positiva di avere uno scienziato a disposizione per lungo tempo è che spesso le idee non vengono al momento ma dopo averci ragionato su un po’». 

«Gli allievi – aggiunge Brivio - hanno l’occasione di approfondire rapidamente le loro conoscenze sui punti focali della loro ricerca, ma hanno soprattutto il beneficio di venire a contatto con l’approccio metodologico alla scienza in modo diretto. Di conseguenza possono migliorare la qualità e l’analisi critica del loro lavoro, nonché affacciarsi in un contesto più internazionale». 

Chi è K. L. SebastianK. L. Sebastian è professore di chimica presso il dipartimento di Chimica Inorganica e Chimica Fisica dell’Indian Institute of Science di Bangalore. È uno dei maggiori studiosi di chimica teorica e lavora sulle applicazioni della meccanica quantistica e della meccanica statistica in chimica e fisica chimica. Di recente ha sviluppato con il suo team di Bangalore un modello teorico che prevede il “rotolamento” delle molecole sulle superfici proprio come se fossero delle ruote, come primo passo per la creazione di un motore molecolare.Sebastian ha ricevuto dal governo indiano il premio Shanti swarup Bhatnagar in Scienze Chimiche e il J. C. Bose National Fellowship dal Dipartimento indiano di Scienza e Tecnologia. 

I prossimi ospiti del programma saranno Rugian Wu, professore di fisica alla University of California, Irvine e Yi Cui professore di Scienza dei materiali alla Stanford University.

Il professor K. L. Sebastian al lavoro con alcuni studenti del dottorato in Scienza dei Materiali dell'Università di Milano-Bicocca.

K. L. Sebastian

Il professor K. L. Sebastian al lavoro con alcuni studenti del dottorato in Scienza dei Materiali dell'Università di Milano-Bicocca.

K. L. Sebastian