È un minerale verde a determinare i terremoti anomali

Questo sito utilizza cookie tecnici, propri e di terze parti, per garantire la corretta navigazione e analizzare il traffico e, con il tuo consenso, cookie di profilazione e altri strumenti di tracciamento di terzi per mostrare video e misurare l'efficacia delle attività di comunicazione istituzionale. Puoi rifiutare i cookie non necessari e di profilazione cliccando su “Rifiuta tutti”. Puoi scegliere di acconsentirne l’utilizzo cliccando su “Accetta tutti” oppure puoi personalizzare le tue scelte cliccando su “Rivedi le tue scelte sui cookie”.
Lunedì, 9 Settembre 2013

Milano, 9 settembre 2013 – Il movimento anomalo delle faglie (le fratture della crosta terrestre lungo le quali avvengono fenomeni di scorrimento o subduzione tra due placche diverse) è condizionato anche dall’orientazione dei cristalli di antigorite presenti nelle rocce. Da questo movimento dipendono terremoti che finora non avevano trovato una spiegazione nella teoria meccanica. Lo rivela, per la prima volta, una ricerca dell’Università di Milano-Bicocca pubblicata sulla rivista Nature Geoscience.

Lo studio (Campione M., Capitani G.C. Subduction-zone earthquake complexity related to frictional anisotropy in antigorite. Nature Geoscience (2013), doi:10.1038/ngeo1905), è stato condotto da Marcello Campione e da Gian Carlo Capitani ricercatori del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio e di Scienze della Terra dell’Ateneo.

L’antigorite è un silicato idrato di magnesio appartenente al gruppo del serpentino, dal caratteristico colore verde, largamente impiegata come pietra da costruzione (ne è un esempio la “pioda” in sepentinoscisto della Valmalenco usata nelle coperture delle case). È inoltre un materiale molto diffuso nelle zone di subduzione, le zone più attive della Terra dove si generano i terremoti, e assume diverse orientazioni a seconda di fattori quali la velocità di deformazione e la presenza di fluidi (vedi e scarica la Figura 1 con le immagini di microscopia di un cristallo di antigorite).

La ricerca dell’Università di Milano-Bicocca, grazie all’utilizzo di un microscopio a forza atomica, che permette di studiare su scala atomica i comportamenti meccanici che interessano le rocce coinvolte nella tettonica delle placche, ha messo in luce che le forze di attrito delle rocce coinvolte nei terremoti dipendono, in intensità e direzione, dal modo in cui è orientato il cristallo in esse contenuto.

«Il movimento delle faglie», spiegano Marcello Campione e Gian Carlo Capitani, «avviene quando c’è uno scorrimento di una placca rispetto l’altra. Può capitare che nel corso dei movimenti meccanici delle placche si generi una nuova direzione di spinta che appare “anomala” perché non trova riscontro nei modelli meccanici conosciuti. Ora, grazie allo studio nanoscopico dell’orientazione dell’antigorite presente nella roccia, questa anomalia può finalmente essere spiegata» (vedi e scarica la Figura 2 con il movimento di subduzione delle placche).

Lo studio, che ha permesso di scoprire una proprietà dell’antigorite finora sconosciuta, può contribuire ad una migliore definizione della geodinamica delle placche, dal cui movimento, in ultima analisi, dipendono i terremoti, e quindi a una migliore previsione a lungo termine degli stessi.