Per un terzo sono peggiorate le condizioni di lavoro, dall’intensità della giornata lavorativa alla difficoltà di conciliarla con la vita famigliare, dallo stipendio ai rischi per la salute. Inoltre, le condizioni di salute fisica e mentale, le relazioni amicali, il tempo libero e la situazione finanziaria sono meno soddisfacenti di prima che scoppiasse la pandemia e venisse imposto il lockdown. Ma resta un segnale di speranza e ottimismo verso il futuro: per due italiani su tre, dal periodo di emergenza appena trascorso si può imparare qualcosa di positivo per il futuro.
È il quadro restituito dall’indagine “L’Italia ai tempi del Covid-19”, condotta dai ricercatori Iassc (Institute for advanced study of social change), l'osservatorio permanente sul mutamento sociale del dipartimento di Sociologia e ricerca socialedell’Università di Milano-Bicocca. Un focus condotto tra aprile e agosto scorsi attraverso interviste a 950 soggetti, un campione selezionato nell’ambito del progetto di ricerca “ITA.LI - Italian Lives”, l’indagine “longitudinale” e pluriennale sui corsi di vita in Italia, finanziata dal Ministero dell’Università mediante i fondi dei Dipartimenti di eccellenza, che l’istituto Iassc sta conducendo in collaborazione con l’Istituto nazionale di statistica (Istat) e la società di ricerca Ipsos.