U2 – Quantum
Dipartimento di Fisica «Giuseppe Occhialini»
In origine, semplicemente, «quantità»; nella fisica moderna, la quantità minima di un’entità fisica implicata in un’interazione. Da questa accezione, introdotta nel 1900 da Max Planck, è derivata una serie di termini, come «quantistico», «quantizzare», «quantizzato», teoria dei «quanti», variamente riferiti all’idea che una grandezza fisica sia misurabile sulla base di valori discreti, come multipli di un quantum elementare. Non casuale la sinonimia con bit (derivato dalla locuzione binary digit, numero binario), letteralmente «pezzetto», «piccola quantità».
«Il processo in atto oggi è d’una rivincita della discontinuità, divisibilità, combinatorietà, su tutto ciò che è corso continuo, gamma di sfumature, che stingono una sull’altra» (Italo Calvino, Cibernetica e fantasmi, 1967)
U3 – Bios
Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze
Fra i termini che in greco corrispondono a «vita», uno riveste un’accezione tendenzialmente astratta e immateriale, come «soffio vitale», e quindi «anima» (psyché, ψυχή). Fra i rimanenti si è profilata una distinzione tra singolarità e generalità: da un lato l’esistenza, il modo o la scelta di vita, dall’altro la vita come proprietà e dimensione di cui tutti i viventi partecipano, e che si perpetua attraverso gli individui, ossia la condizione organica distinta dallo stato inorganico (zoé, ζωή; bíos, βίος). La moderna produttività lessicale del prefissoide bio-, non solo nel linguaggio specialistico (biosfera, bioritmo, bioetica, biodegradabile) è il sintomo dell’importanza assunta dalle scienze della vita sia nel campo della ricerca e delle applicazioni tecnologiche, sia nella più complessiva percezione del rapporto fra umanità e ambiente, fra umanità e altre specie.
«Metti in versi la vita, trascrivi / fedelmente, senza tacere / particolare alcuno, l’evidenza dei vivi. // Ma non dimenticare che vedere non è / sapere, né potere, bensì ridicolo / un altro voler essere che te. […] Inoltre metti in versi che morire / è possibile a tutti più che nascere / e in ogni caso l’essere è più del dire» (Giovanni Giudici, La vita in versi, 1965)
U4 – Tellus
Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze
Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra
«Terra», in un’ampia varietà di accezioni, in opposizione sia agli altri pianeti, sia al mare e all’aria, incluso quindi il riferimento alla concretezza terrestre: donde l’aggettivo italiano «tellurico», oggi usato soprattutto in rapporto alla dimensione del moto, e piuttosto dei sommovimenti interni che non della rotazione del globo, o della sua orbita eliocentrica.
Nella letteratura latina il termine compare bensì in riferimento a fenomeni sismici, come nell’impressionante descrizione dei terremoti che s’incontra nel sesto libro del poema di Lucrezio De rerum natura; ma più spesso ricorre nell’accezione di «terreno», «suolo», come nella
dettagliata descrizione dell’aratura che Virgilio propone nelle Georgiche:
«molto giova al campo chi spezza coi rastri le zolle inerti e vi trascina sopra graticci di vimini – allora non lo guarda invano Cerere bionda dall’alto Olimpo; e così chi, quando dissoda la piana, frantuma quei dorsi di terra che ha appena sollevato spingendo obliquamente l’aratro e senza posa affatica il terreno e comanda sui campi» (exercet frequens tellurem atque imperat arvis).
U5 – Ratio
Dipartimento di Matematica
Dipartimento di Scienza dei Materiali
Calcolo, computo, ma anche relazione, proporzione, rapporto (tale il significato inglese di ratio); nonché, per estensione, ragione, spiegazione, causa. Una lunga tradizione di pensiero identifica nel raziocinio, nella facoltà razionale, nell’attività ragionatrice e discorsiva l’elemento distintivo della specie umana; parallelamente, un flusso non meno copioso di riflessioni è stato volto a prospettare i limiti della razionalità, mappando ciò che alla ragione sfugge. Istruttive, come sempre, le indagini sulle zone di comunicazione e interscambio.
«Col numero de’ vasi il buon padrone / la purpurea vendemmia, e ‘l vin che attende / saggio misura, e vede la ragione / di quello che usar dee, di quel che vende» (Bartolomeo Lorenzi, Della coltivazione de’ monti, 1787)
U6 – Agorà
Rettorato
Organi di governo dell’Ateneo
Dipartimento di Economia, Metodi Quantitativi e Strategie d’Impresa
Dipartimento di Giurisprudenza
Dipartimento di Psicologia
Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione «Riccardo Massa»
Termine greco (ἀγορά) corrispondente a «piazza», luogo dove gli abitanti si radunano per coltivare le diverse forme di relazioni interpersonali, dallo svolgimento di attività economiche e commerciali all’ufficio dei riti religiosi, dalla celebrazione delle feste alla discussione di questioni di interesse collettivo. Quindi, centro anche ideale della pólis, dove l’assemblea dei cittadini discute e delibera:
per questo «agorà» è divenuto sinonimo di esercizio della democrazia.
«Fa di mestieri che nelle città secondo la lor grandezza siano compartite più o manco piazze, nelle quali si raunino le genti a contrattar le cose necessarie e utili ai bisogni loro» (Palladio, I quattro libri dell’architettura, 1570)
Una rara occorrenza letteraria del vocabolo agorà, per di più alla forma plurale, si trova in un passo di Carlo Emilio Gadda dedicato a Mercurio e alla sua versatilità di «dio-omnibus»: «dio delle industrie, dei commerci, delle arti, delle bugie, dei ludi, dei ladri, delle folle, degli avvocati, delle piazze o agorài» (Gli anni, 1943)
U7 – Civitas
Dipartimento di Economia, Metodi Quantitativi e Strategie d’Impresa
Dipartimento di Scienze Economico-Aziendali e di Diritto per l’Economia
Dipartimento di Statistica e Metodi Quantitativi
Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale
«Città», intesa nel senso di insieme degli abitanti (cives), e non di semplice luogo, fisicamente definito da una recinzione o da una cinta muraria (urbs, oppidum). Ai derivati di questo vocabolo (civico, civile, civiltà) sono perciò legate le idee di appartenenza a una comunità, di condizione e costruzione collettiva, di attribuzione di doveri e diritti, di condivisione di valori, comportamenti, interessi, memorie. Di contro, connotazioni negative contraddistinguono tutti i termini antitetici: incivile copre un’ampia gamma di riprovazioni, da «barbaro, arretrato, primitivo» a «rozzo, scortese, grossolano».
«La legislazione considera l’uomo qual è, per farne buoni usi nell’umana società; come della ferocia, dell’avarizia, dell’ambizione, che sono gli tre vizi che portano a travverso tutto il gener umano, ne fa la milizia, la mercatanzia e la corte, e sì la fortezza, l’opulenza e la sapienza delle repubbliche; e di questi tre grandi vizi, i quali certamente distruggerebbero l’umana generazione sopra la terra, ne fa la civile felicità» (G.B. Vico, La scienza nuova, 1744)
«Io so i dover miei, non fo inciviltà» (Lorenzo Da Ponte, Le nozze di Figaro, 1787)
U9 – KOINÈ
Laboratori – Aule
Il nome vuol dire comune, ma per estensione anche comunità.
U10 – Logos (nuovo edificio in costruzione)
Laboratori, Aule, Residenza per studenti
Dal greco lógos ( λόγος), «parola», soprattutto in quanto espressione del pensiero, inteso come facoltà razionale e principio creativo: e quindi «discorso», nel senso più pregnante del termine. Il suffissoide -logo compare come secondo elemento in una quantità di composti, riferiti ora alla sfera del dire (analogo, dialogo, catalogo), ora a quella dello studio e del ragionamento (cardiologo, filologo, sociologo, zoologo).
«Questi concetti adunque, che fabbrica la ragione e il discorso nostro, son le cose razionali; le quali sono considerate e son subbietto di quella che noi chiamiamo Logica, detta così da logos, voce greca la quale significa nella nostra quanto dire sermone» (G.B. Gelli, Commento sopra la Divina Commedia, 1562)
U12 – Auditorium Martinotti
L’Auditorium della Bicocca è intitolato a Guido Martinotti (Milano 1938 – Parigi 2012), studioso di scienze sociali, tra i massimi specialisti di sociologia urbana, uno dei fondatori dell’Ateneo.
L’edificio ospita anche la foresteria.
U14 – Abacus
Dipartimento di Informatica, Sistemistica e Comunicazione
Antico strumento di calcolo, utilizzato in Cina, in Mesopotamia e nell’area del Mediterraneo. L’ampiezza della sua diffusione si spiega con la mancanza nelle civiltà antiche di un sistema di numerazione adatto alle operazioni aritmetiche: infatti cadrà in disuso dopo l’affermazione del sistema decimale. L’abaco romano era composto da una tavoletta rettangolare con due serie di otto asticciole in cui scorrevano palline o gettoni forati; ma potevano anche essere scanalature nelle quali si spostavano sassolini (calculi in latino). Nel Medioevo il termine «abaco» è usato come sinonimo di «aritmetica»: si veda ad esempio il Liber abbaci del matematico pisano Leonardo Fibonacci (1202).
«Ricordo come questo dì 3 di gennaio 1479 io allogai Nicolò mio figliuolo a Piero Maria maestro d’abaco che gl’insegnassi l’abaco, e d’acordo fumo gli dovessi dare per insegnatura di tutto fiorini uno largo in questo modo, cioè: uno mezo quando entrerà nelle librèttine, e un altro mezo fornito gli arà d’insegnare» (Bernardo Machiavelli, Libro di ricordi). Librettine significa «guida elementare, manualetto» (da brèttine, redini).
U16 – Maieutica
Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione «Riccardo Massa»
Nido Bambini Bicocca
Alla «maieutica», l’arte della levatrice, Platone paragona nel Teeteto il metodo di Socrate: esso consiste nel far sì che, attraverso il dialogo, l’interlocutore arrivi da solo alla scoperta della verità. Se tale idea era in origine correlata alla dottrina platonica della reminiscenza, per cui conoscere è ricordare, oltre il dominio strettamente filosofico si qualifica come «maieutico» il magistero che invece di inculcare nozioni precostituite punta sulle autonome risorse dell’allievo e sul suo spontaneo desiderio di apprendere.
«Tutto quanto è aiuto inutile, è impedimento allo sviluppo delle forze naturali» (Maria Montessori, Educazione alla libertà)
«Learning is experience. Everything else is just information» (Albert Einstein)
«Imparare è un’esperienza, tutto il resto è solo informazione» (Albert Einstein)
U17 – IPAZIA
Segreterie studenti
Filosofa alessandrina IV-V sec d.C. uccisa da una turbolenta folla di cristiani, e quindi considerata una martire della libertà di pensiero.
U19 – ERGON (nuovo edificio in costruzione)
laboratori
Dal greco érgon (ἔργον), «opera, lavoro»: termine che compare nel titolo di uno dei monumenti della cultura classica, Le opere e i giorni di Esiodo (VIII sec. a.C.). Dalla medesima radice derivano parecchi vocaboli: «organo», «liturgia», «chirurgo», e soprattutto «energia», che designa insieme una grandezza fisica, un attributo dei viventi, una qualità espressiva e psicologica.
«
Un lampo d’energia rese il suo pensiero rapido e intenso» (Italo Svevo, Senilità).«Raddoppiando di forza e di energia, si diè a nuotare verso lo scoglio bianco» (Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio). Con ogni evidenza, è dalla disponibilità di risorse energetiche e dal modo di utilizzarle che dipende il nostro futuro.
U24 – Zephyrum
Aule Dipartimento di Informatica, Sistemistica e Comunicazione
Con questo termine, che evocava la denominazione latina di un leggero vento occidentale (zephyrus, da cui zefiro: poi, genericamente, «brezza»), il matematico pisano Leonardo Fibonacci, contemporaneo di Dante, traduce nel Liber abbaci il termine arabo che indica lo zero, çifr (in origine, «vuoto»), fondamento del sistema moderno di numerazione. Dalla stessa parola è derivato «cifra», che designa in generale l’idea di segno numerico. Un significato secondario del vocabolo è poi l’indicazione abbreviata di nome e cognome, di solito formata dalle iniziali intrecciate (sigla, monogramma): donde, per estensione, il tratto caratteristico dell’opera di uno scrittore o di un artista. Strumento privilegiato della razionalità, i numeri hanno anche la proprietà di alimentare l’immaginazione (altrettanto indispensabile alla ricerca scientifica).
«O che l’Eroe che non sa riposi / discenda nella Terra, o che si libri / per le virtù di cifre e d’equilibri /oltre gli spazi inesplorati ed osi / tentar le stelle, o il Nautilo rivibri / e s’inabissi in mari spaventosi: / Maestro, quanti sogni avventurosi /sognammo sulle trame dei tuoi libri!» (Guido Gozzano, In morte di Giulio Verne, 1907
U26 – Agon
Palestra – PalaBicocca
Dal termine usato in greco antico per «gara, contesa, lotta» (ἀγών) derivano le parole italiane agone, agonismo, agonistico, protagonista, antagonista. S’intende che la competizione, oltre che sportiva o atletica, può anche essere d’altro genere (ad esempio, letteraria o musicale). Inoltre, Agón è una delle quattro categorie in cui Roger Caillois classifica i giochi: le altre sono Alea (il caso), Ilinx (la vertigine), Mimicry (il travestimento).
«Tempo è ormai / che in più degno di te pubblico agone / splendano i genii tuoi» (Giuseppe Parini, Il Giorno, 1765)
U36 – Torre dell’Acqua
Stazione meteorologica
Laboratori
Opera idraulica realizzata in stile neo-rinascimentale all’inizio del XX secolo dalla «Società Italiana Ernesto Breda per Costruzioni Meccaniche», la torre piezometrica di viale Sarca (Torre Breda) aveva in origine la funzione di serbatoio sulla linea dell’acquedotto.