Milano, 24 maggio 2011 – Un legame poco sicuro con i genitori favorisce, nei preadolescenti, la comparsa di comportamenti aggressivi e antisociali. È il risultato di uno studio coordinato da Diego Sarracino del dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, in collaborazione con i dipartimenti di Psicologia delle Università di Bari e Sapienza di Roma.
La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Journal of Adolescence,, è stata condotta su 169 studenti di scuola media di età compresa tra 10 e i 14 anni (scarica i dati).
Lo studio ha esaminato, per la prima volta, le associazioni fra legame di attaccamento ai genitori, valori sociali e tendenza a incorrere in comportamenti a rischio, in una fascia di età come la prima adolescenza in cui questi aspetti cambiano profondamente e possono influenzare le relazioni interpersonali del ragazzo e il suo atteggiamento nei confronti della società.
I ricercatori hanno somministrato ai ragazzi, tutti studenti dell’Italia centro-meridionale, dei questionari ampiamente utilizzati in ambito internazionale (Security Scale, Portraits Value Questionnaire, Brief Sensation Seeking Scale, e Youth Self-Report) ed hanno scoperto che meno sicuro è il legame con i genitori maggiore è la possibilità che il ragazzo riporti di aver assunto comportamenti violenti o antisociali. Sono anche emerse delle differenze legate al genere sessuale degli adolescenti: le ragazze, nella fascia d’età presa in esame, sono più legate alle madri, mentre i ragazzi sono più legati ai padri.
Inoltre, è emerso che i ragazzi sono maggiormente orientati verso valori sociali più autodiretti, come il successo e il potere, mentre le ragazze sono più orientate verso valori altruistici come la benevolenza e l’universalismo. E i maschi hanno una maggiore propensione a incorrere in comportamenti a rischio.
Questi risultati, in linea con precedenti ricerche condotte su altre fasce di età, evidenziano che una relazione sicura con i genitori incoraggia un atteggiamento più positivo verso gli altri. Pertanto, un legame di attaccamento forte con i genitori, in particolare con il genitore di sesso opposto, può avere, nelle prime fasi dell’adolescenza, un effetto “protettivo” contro la propensione a incorrere in comportamenti a rischio, controbilanciando l’effetto di fattori temperamentali come la ricerca di forti sensazioni.
«È nella prima fase dell’adolescenza che il rapporto con i genitori cambia e viene esteso ai rapporti extra-familiari e, più in generale, all’orientamento valoriale del ragazzo, che influenzerà il suo atteggiamento complessivo verso il mondo – spiega Diego Sarracino -. Le possibili ricadute applicative della ricerca sono legate allo sviluppo di programmi di prevenzione delle condotte a rischio a cura di psicologi, educatori e insegnanti, volti, da un lato, a intervenire sul legame problematico nei confronti delle figure genitoriali e, dall'altro, a promuovere valori sociali più orientati verso gli altri».
Lo studio è il primo passo di una ricerca più ampia condotta su adolescenti di diverse città italiane allo scopo di evidenziare le relazioni che esistono tra il legame di attaccamento con i genitori e la presenza di comportamenti problematici, quali il bullismo o le esperienze dissociative, e che può avere significative implicazioni nello sviluppo di interventi mirati alla prevenzione dei comportamenti a rischio. «E' in corso la seconda fase della ricerca, di prossima pubblicazione, che ha esteso il campione a oltre 500 adolescenti distribuiti sull'intero territorio nazionale, confermando in buon parte i risultati del primo studio, anche in rapporto ad altri comportamenti problematici tipici di questa fascia di età (in particolare, bullismo ed esperienze dissociative)», conclude Sarracino.