Milano, 27 ottobre 2009 - È lunga circa la metà della famosa faglia di San Andreas ma non è per questo meno insidiosa. Si tratta della frattura Talas-Fergana che, per circa settecento chilometri, taglia in due il Kyrgyzistan. Nel bel mezzo della faglia sorge un ampio bacino artificiale, la diga di Toktogul che, nell'ipotesi di un terremoto, potrebbe essere interessato da numerose frane. Le masse di roccia franando nel bacino potrebbero provocare ondate in grado di superare la diga, riversando parte dell'immenso contenuto d'acqua (20 km cubi) sul fondovalle, nel quale vivono oltre dieci milioni di persone, sui ventitré depositi di scorie minerarie di uranio (all'epoca dell'Unione Sovietica il Kyrgyzistan era la principale area di estrazione dell'uranio) e sui numerosi siti di rifiuti tossici con conseguenze di contaminazione radioattiva disastrose per l'intera Asia Centrale. I problemi di funzionamento dell'impianto metterebbero in ginocchio l'agricoltura e la produzione di energia di almeno tre paesi (Kyrgyzistan, Uzbekistan e Tajikistan).Del resto, un effetto tsunami simile si è già verificato in Cina col terremoto che ha colpito il Sichuan nel 2008: enormi masse di terra e roccia sono smottate scivolando nel bacino idrico sottostante e generando onde come quelle del Vajont.
Per scongiurare questo grave rischio e indicare ai governi locali possibili accorgimenti per la messa in sicurezza del sito, un gruppo di ricercatori italiani, inglesi, uzbeki e kirghisi, al quale partecipa anche l'Università di Milano-Bicocca, si è messo al lavoro sottoponendo un progetto alla NATO che, dopo averlo valutato, lo ha approvato e finanziato con 250 mila euro.Partito nel 2008 lo studio durerà tre anni e rientra in un più ampio programma gestito dalla NATO denominato Science for Peace.
«La NATO - spiega il professore Alessandro Tibaldi del dipartimento di Scienze Geologiche e Geotecnologiche dell'Università di Milano-Bicocca, che è uno dei due direttori NATO del progetto - ha deciso di finanziare la nostra ricerca perché il problema idrico/energetico interessa diversi paesi, prima riuniti sotto l'Urss e ora indipendenti, che hanno esigenze di utilizzo della diga di Toktogul molto diverse fra loro. In caso di danni al sistema idroelettrico, potrebbero nascere problemi politici tra i paesi asiatici coinvolti. Il Kyrgyzistan, ad esempio, essendo montuoso e più industrializzato, ha bisogno di molta energia per il riscaldamento e per gli impianti, e relativamente poca acqua per l'irrigazione, mentre l'Uzbekistan è più pianeggiante e agricolo e ha quindi più bisogno di acqua per irrigazione e meno energia. Noi valuteremo innanzitutto la tipologia del terremoto che si potrebbe verificare lungo la faglia che passa attraverso il bacino artificiale. Siccome l'evento sismico potrebbe anche essere di magnitudo molto elevata, noi valuteremo anche gli effetti del terremoto sui versanti delle montagne che circondano il bacino artificiale di Toktogul, i quali, franando, potrebbero produrre un effetto Vajont disastroso anche per i numerosi depositi di scorie radioattive a cielo aperto. Un'onda di piena disperderebbe le particelle radioattive (per lo più uranio) inquinando tutta la valle sottostante».
Nello specifico, l'Università di Milano-Bicocca coordinerà la ricerca sulla paleosismicità della faglia, ricostruendo la sua storia sismica storica e preistorica, arrivando anche a datare i terremoti avvenuti centinaia di anni fa. Sarà quindi realizzato un database che raccoglie i dati degli eventi sismici, in modo da avere un quadro più completo per il calcolo dell'energia massima che potrebbe venire rilasciata in un terremoto futuro. Con questi input poi, lavorando in sinergia con gli altri colleghi coinvolti nel progetto, si valuterà la stabilità dei versanti prospicienti il bacino artificiale.
Il progettoIl piano di valutazione del rischio sismico dell'area intorno alla centrale di Toktogul è partito ufficialmente il 3 settembre del 2008, tre mesi dopo la presentazione del progetto alla NATO, fino a diventare, attualmente, il cuore del programma Science for Peace.Il direttore del progetto è il Professore Derek Rust, geologo dell'Università di Portsmouth, affiancato da un direttore dei paesi non-NATO coinvolti, Andrey Korjenkov dell'Institute of Communication and Information Technologies del Kyrgyzistan e da due Co-Directors, Alessandro Tibaldi dell'Università di Milano-Bicocca, e Makhira Usmanova dell'Institute of Seismology dell'Accademia delle Scienze della Repubblica dell'Uzbekistan.Per raggiungere l'obiettivo e ridurre i danni che potrebbe causare un terremoto, i ricercatori impegnati nel progetto utilizzeranno anche modelli di calcolo per "mappare" la traiettoria di una possibile onda di tsunami. Oltre a studiare i dati già esistenti sull'attività sismica locale, i ricercatori stanno raccogliendo nuove informazioni grazie a foto aeree, immagini satellitari, analisi al radiocarbonio dei campioni geologici raccolti e sismografi portatili. I primi risultati saranno presentati ai governi della regione già nel 2011.
La diga di ToktogulL'invaso di Toktogul ha una potenza di 12 mila MegaWatt, un'altezza di 230 metri per venti km cubi di acqua. Fornisce energia elettrica e acqua per irrigazione a cinque paesi (oltre ai già citati Kyrgyzistan, Uzbekistan e Tajikistan, anche a Russia e Kazakistan).Il territorio circostante il bacino artificiale è caratterizzato da imponenti catene montuose con numerose vette che superano i tremila metri.
Il programma Science for PeaceIl programma NATO Science for Peace è nato nel 1956, quando fattori come scienza, politica ed economia erano strettamente legali alla sicurezza internazionale.Oggi, sicurezza e stabilità continuano ad essere le linee guida del programma con l'obiettivo di favorire la collaborazione fra gli stati.Le principali linee di intervento sono:• sicurezza alimentare;• sicurezza ambientale;• gestione delle risorse idriche;• prevenzione dalle catastrofi;• prevenzione dei conflitti causati dalla scarsità di risorse;• nuovi tipi di minacce alla sicurezza internazionale
Foto e cartine dell'area della faglia Talas-Fergana