Milano, 5 agosto 2009 - Si chiama Chemistry and Physics of Materials for Energetics ed è la prima scuola interamente dedicata ai materiali per le applicazioni energetiche. Una full immersion di una settimana, dal 14 al 19 settembre presso l'Università di Milano-Bicocca, organizzata dal Network Europeo PCAM (Physics and Chemistry of Advanced Materials) e dedicata alle più importanti innovazioni e ricerche nel campo delle energie rinnovabili: dal fotovoltaico, ai materiali per il risparmio e il recupero energetico, alle problematiche connesse allo stoccaggio di energia.
L'iniziativa, rivolta agli studenti dei dottorati di ricerca e a giovani ricercatori che desiderino accedere a questo importante settore della Scienza dei Materiali, è anche un'occasione unica che riunisce, per la prima volta in Italia, dodici tra i maggiori studiosi e docenti internazionali di energia ricavata da fonti rinnovabili e di sistemi per l'immagazzinamento dell'energia.
È il caso di Martin Green, professore presso la University of New South Wales in Australia, uno dei pionieri dell'energia solare e il massimo esperto mondiale di celle solari inorganiche che con le celle di silicio cristallino ha raggiunto il record di efficienza (25 per cento).«Negli ultimi dieci anni - dice Green, anticipando il tema del suo intervento a Milano - l'industria delle celle solari è passata da budget insignificanti a un giro d'affari di miliardi di dollari che ha quasi superato l'industria elettrica e quella nucleare in termini di crescita annua dei fatturati. A Milano parlerò degli sviluppi che stanno avendo le celle solari di terza generazione, caratterizzate da bassi costi di produzione e alte performance, che si affermeranno a partire dalla metà di questo secolo».
Tobin Marks della Northwestern University di Chicago, attivo nella produzione e caratterizzazione di film sottili e nella sintesi di nuovi materiali per applicazioni energetiche è uno dei 52 chimici insigniti, a partire dal 1964, della prestigiosa "Presidential Medal of Science" per il suo contributo alla scienza dei materiali.
Ci sarà anche Khaja Nazeeruddin, ricercatore presso l'Ecole Polytechnique di Losanna e stretto collaboratore del professor Michael Grätzel che ha inventato le celle che portano il suo nome. Nazeeruddin è a sua volta autore di 19 brevetti tra cui quello del più efficiente foto-sensibilizzatore ad oggi noto per celle solari di terza generazione. Recentemente, insieme al professor Alessandro Abbotto del dipartimento di Scienza dei Materiali dell'Università di Milano-Bicocca, ha sviluppato un nuovo tipo di coloranti organici in grado di aumentare la capacità delle celle di catturare e trasformare in energia la luce solare.«In termini di efficienza e durata - spiega Nazeeruddin - il nuovo design consente in prospettiva di migliorare le prestazioni attuali permettendo di portare ad efficienze di oltre 12 per cento la capacità delle celle di immagazzinare energia dallo spettro della luce solare. Questo renderà ancora più convenienti le celle low cost».
Le ricerche del gruppo guidato da Yi Cui alla Stanford University di Palo Alto in California, hanno dato vita a batterie agli ioni di litio con capacità di durata dieci volte maggiore a quella delle batterie convenzionali. La tecnica consiste nel far crescere una "foresta" di nanowires di silicio su un supporto di acciaio inossidabile e ha dato ottimi risultati nei test. Al punto che la rivista Science ha ipotizzato, in un recente articolo che presentava la scoperta di Cui, il lancio a breve sul mercato di batterie per laptop con una durata di 40 ore. Del resto, lo stesso Cui ha fondato una società, la Amprius, per commercializzare questa tecnologia.
Altro aspetto molto importante, quando si affronta il tema dell'energia, è quello del suo immagazzinamento. Di questo si occupa dal 2001 Maximilian Fichtner presso l'Institute for Nanotechnology del Karlsruhe Research Center in Germania. Il lavoro del suo team si concentra sullo sviluppo di nuovi materiali, basati su nano compositi, per lo stoccaggio dell'idrogeno. Da queste ricerche dipende in buona parte il rilancio del mercato delle auto a idrogeno ostacolato, attualmente, anche dalle eccessive dimensioni dei serbatoi a bordo.«Gli idruri complessi - dice Fichtner - sono i soli in grado di ridurre significativamente le dimensioni dei serbatoi da installare a bordo delle vetture, rendendo raggiungibile l'obiettivo della densità di immagazzinamento dell'idrogeno al 6 per cento fissata per il 2010».
La prima edizione della Scuola europea Chemistry and Physics of Materials for Energetics, realizzata anche grazie al contributo di Fondazione Cariplo, sta già facendo registrare numeri notevoli per questo tipo di scuole: oltre 190 iscritti provenienti da venticinque paesi e da più di sessanta aziende e istituzioni di ricerca. Oltre ottanta i lavori di ricerca che saranno presentati dai giovani studiosi partecipanti nel corso della settimana. Tutte le attività della Scuola, che sarà inaugurata dal rettore Marcello Fontanesi presso l'Auditorium dell'Università in via Vizzola, si svolgeranno all'Università di Milano-Bicocca negli edifici U3 (Piazza della Scienza) e U9 (viale dell'Innovazione).
Il Network PCAM raggruppa nove università europee tra le quali, in Italia, l'Università di Milano-Bicocca e l'Università degli Studi di Milano. Il gruppo di atenei è coordinato dal professor Gian Paolo Brivio del dipartimento di Scienza dei materiali dell'Università di Milano-Bicocca.
Per ulteriori informazioni e per l'elenco completo degli speaker: http://pcamschool.mater.unimib.it