Milano-Bicocca, dall’Erc oltre 3 milioni per scoprire la relazione tra pensiero e linguaggio

Mercoledì, 23 Ottobre 2019

Milano – Il linguaggio dei bambini, uno specchio dei nostri pensieri. È l’idea su cui si fonda il progetto di un team di ricercatori italo-tedesco che si è aggiudicato uno dei 37 Synergy Grant recentemente assegnati dal Consiglio europeo della ricerca (ERC).

Il gruppo formato da Artemis Alexiadou (Humboldt-Universität di Berlino e Leibniz-Centre General Linguistics, Berlino), Maria Teresa Guasti (Università di Milano-Bicocca) e Uli Sauerland (Leibniz-Centre General Linguistics, Berlino e University di Potsdam) ha ricevuto oltre 10 milioni di euro, 3 dei quali vanno al dipartimento di Psicologia di Milano-Bicocca, per il progetto “La realizzazione del sogno di Leibniz: il linguaggio dei bambini come specchio della mente”.

A partire dal 2020, i ricercatori studieranno come i bambini usano il linguaggio in 50 lingue diverse parlate in varie parti del nostro pianeta per capire la relazione con il pensiero.   
Il linguaggio organizza il pensiero o il pensiero organizza il linguaggio? Per più di 100 anni si è ipotizzato che il linguaggio desse forma ai nostri pensieri. I tre ricercatori intendono ritornare all’idea secondo cui il pensiero viene prima della realizzazione linguistica.

Il progetto trova ispirazione nel lavoro del filosofo e matematico tedesco Gottfried Wilhelm Leibniz. Lo studioso era convinto che il linguaggio fosse la chiave per capire la mente. I ricercatori intendono perseguire l’idea di Leibniz, con un approccio totalmente nuovo. Una delle novità del progetto sta nel mettere in discussione l’ipotesi che esista una corrispondenza 1:1 tra pensiero e linguaggio. Il pensiero è estremamente complesso e può essere espresso nel linguaggio solo dopo aver subito un’operazione di “compressione”.

I ricercatori studieranno gli errori che i bambini compiono quando parlano. Per esempio, i bambini italiani tra i 3-5 anni talvolta dicono “la macchina con senza ruote” anziché “la macchina senza ruote”. Crescendo, imparano che “con” è superfluo. I bambini tedeschi, olandesi e portoghesi compiono lo stesso errore. In inglese, invece, la struttura complessa “con senza” è corretta dal momento che la parola “without” è la combinazione di “with” e “out”. Secondo i ricercatori questa combinazione esprime la struttura del nostro pensiero, cioè la combinazione dei concetti "con" e del concetto negativo "senza".  In italiano, tedesco, olandese e portoghese, tuttavia, la struttura del pensiero viene compressa quando è espressa linguisticamente e la parola “con” è rimossa.

«Con questo progetto – spiega la professoressa Maria Teresa Guasti, docente di Linguistica del dipartimento di Psicologia di Milano-Bicocca - indagheremo la grammatica del pensiero studiando le lingue parlate dai bambini per capire in che modo il pensiero determina le lingue parlate da tutti noi. Proveremo a capire, inoltre, se la grammatica del pensiero possa diventare la nuova lingua dell’intelligenza artificiale».