Milano, 14 marzo 2008 - Nell'ambito del calendario di eventi per la celebrazione del Decennale di fondazione dell'Università degli Studi di Milano Bicocca, la Prof.ssa Susanna Mantovani, Pro-Rettore, ha organizzato un convegno, presentato anche nel corso di una conferenza stampa, per illustrare una ricerca finalizzata a dare voce a tutti i protagonisti che oggi si incontrano nella scuola dell'infanzia. Ricerca che, in una prospettiva internazionale e interculturale, mette a confronto diversi sistemi scolastici e le concezioni e le idee sull'infanzia e sullo sviluppo.
La ricerca mette a confronto le voci e le idee sulla scuola e sull'educazione di genitori e insegnanti in cinque città, stimolati da un filmato che sintetizza una giornata in una scuola dell'infanzia dove sono presenti bambini di origini culturali diverse. I 5 filmati sono stati utilizzati come stimolo per la discussione con gruppi di insegnanti e genitori autoctoni e immigrati, in ciascun Paese sono stati ad oggi condotti almeno 60 gruppi coinvolgendo in ogni paese 800/1000 soggetti.
La ricerca, attualmente in corso, condotta in cinque paesi - Italia, Stati Uniti, Germania, Francia e Regno Unito - ciascuno rappresentato da una grande città (Milano, Phoenix, Berlino, Parigi e Birmingham), è stata commentata, nel corso di una conferenza stampa, anche dal Prof. Joseph J.Tobin dell'Arizona State University.
"I primi risultati - ha sostenuto la Prof.ssa Susanna Mantovani - evidenziano come a fronte di una notevole disponibilità all'accoglienza , gli insegnanti non dispongono ancora del tutto delle conoscenze antropologiche e degli strumenti didattici, soprattutto in ambito linguistico, necessari affinché l'esperienza interculturale in classe si riveli un'opportunità di apprendimento per tutti i bambini, autoctoni e di origine straniera. Evidenzia inoltre la necessità di revisioni del curriculum rese necessarie dalle mutate condizioni di vita per tutti i bambini, soprattutto nelle grandi città. I genitori stranieri, peraltro, attribuiscono un grande valore all'offerta di educazione scolastica per i loro bambini e sono vissuti da molti insegnanti, al di là di inevitabili pregiudizi o stereotipie, come partner rispettosi e attivi nell'educazione dei bambini".
Per molte famiglie e per tutti i bambini il primo terreno di incontro, di dialogo, di elaborazione culturale, di partecipazione per una condivisione delle responsabilità educative e la prima palestra di cittadinanza è la scuola: in essa nessun bambino dovrebbe sentirsi 'straniero'. La presenza di bambini e di genitori di origini diverse appare dunque in molti Paesi e soprattutto in Italia dove la partecipazione delle famiglie è un elemento costitutivo della tradizione pedagogica della scuola dell'infanzia, un'occasione per rinnovare forme di coinvolgimento attivo delle famiglie che in questi anni si erano andate burocratizzando.
Il Prof. Tobin ha, tra l'altro, spiegato come in Arizona, uno degli stati americani più fortemente interessati all'immigrazione irregolare, viene affrontato il problema dell'educazione dei bambini figli di genitori clandestini.La presenza di bambini di differenti nazionalità nelle scuole di ogni grado delle società più avanzate, Italia compresa, tenuto conto degli inarrestabili fenomeni di migrazione, assume una sempre maggior rilevanza sia da un punto di vista qualitativo, ma sempre di più anche quantitativo.A Milano, ad esempio, nelle scuole dell'infanzia del Comune si è passati, dall'anno scolastico 2000-2001 a quello 2007-2008, da 1.781 bambini, figli di genitori con cittadinanza straniera, a 4.400 bambini, con un incremento complessivo di circa il 150%, più di un quinto della complessiva popolazione delle scuole dell'infanzia comunali.
Nello stesso periodo è anche cambiata significativamente la composizione, per nazionalità di provenienza, dei bambini, che sicuramente determina complessi problemi di organizzazione e, soprattutto, di mediazione culturale.
La ricerca vuol dare risposte a molteplici domande. Quali sono le idee sullo sviluppo e sull'educazione dei genitori e degli insegnanti? Che esperienza vivono nella scuola i bambini italiani e i loro compagni nati in famiglie immigrate? Come avviene l'incontro e il dialogo tra genitori italiani e stranieri e tra insegnanti e genitori che vengono da lontano? La scuola dell'infanzia è in grado di trasformare la complessità della società multiculturale in un'opportunità per tutti? E' pronta a riscoprire le proprie radici e al tempo stesso a ridefinire i propri fini e le proprie pratiche per garantire a tutti i bambini un'esperienza che li renda forti e attrezzati per affrontare le molte sfide dell'istruzione e della società? Quale deve allora essere il curriculum della scuola dell'infanzia nella società di oggi?
"La scuola dell'infanzia italiana - conclude la Prof.ssa Susanna Mantovani - si confronta con la sfida di dare voce a tutti i genitori, italiani e immigrati, rinnovando la propria vocazione e la propria tradizione comunitaria e di partecipazione. Oggi i genitori, che provengono da altri Paesi e da altre culture e che hanno in comune con i genitori italiani la preoccupazione universale per una crescita sana ed equilibrata e per una buona educazione per i loro bambini, si affacciano alla scuola del nostro Paese. La scuola dell'infanzia ha la potenzialità e la possibilità di accogliere e di dare avvio a un processo di adattamento attivo per i bambini che consenta loro di sentirsi a pieno titolo bambini italiani senza cancellare o indebolire la loro identità culturale familiare. La presenza dei bambini stranieri a scuola suscita discussioni sul piano sociale, politico e pedagogico e fa emergere preoccupazioni e domande degli insegnanti e dei genitori. Per affrontare questi temi sono necessari approcci di ricerca sufficientemente articolati e complessi da dare voce a tutti i protagonisti che oggi si incontrano nella scuola".
Nel convegno svoltosi nel pomeriggio sono intervenuti: Graziella Favaro (Membro del Comitato Scientifico Integrazione Alunni Stranieri e Educazione Interculturale, MPI), Susanna Mantovani (Università di Milano-Bicocca), Tullia Musatti (ISTC-CNR, Roma), Dario Varin (Università di Milano-Bicocca) e Giuseppe Richiedei (Direttore del Settore Servizi all'infanzia, Comune di Milano).
Joseph J.Tobin (Arizona State University), antropologo dell'educazione e autore del libro "Infanzia in tre culture: Giappone, Cina e Stati Uniti" (Raffaello Cortina Milano, 2000). La ricerca internazionale è finanziata dalla Fondazione Bernard Van Leer (Children Crossing Borders. www.childrencrossingborders.org) e coordinata da J.J.Tobin e, per la parte Italiana, è finanziata dal Ministero della Pubblica Istruzione (Prin, 2005) e coordinata dall'Università di Milano-Bicocca con la partecipazione dell'Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR ( Roma), dell'Università di Parma (Facoltà di Scienze della Formazione) e dell'Università di Firenze (Facoltà di Scienze della Formazione).