Milano, 14 ottobre 2014 – Sono sei le tesi conclusive del corso “Le forme della mediazione dei conflitti” presentate e discusse da venti persone detenute del Carcere di Opera (Milano). La presentazione dei lavori si è svolta questa mattina all’Università di Milano-Bicocca che ha organizzato e tenuto il corso nel carcere di Opera da febbraio a giugno 2014 nell’ambito della Convenzione quadro stipulata il 28 giugno 2013 tra l’Ateneo e il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria (PRAP) per la Lombardia che come ha come obiettivo la realizzazione di attività di collaborazione scientifica, culturale e didattica e l’istituzione di un Polo Universitario in carcere. Gli studenti-detenuti hanno un’età compresa tra i 25 e i 40 anni e sono di diverse nazionalità (Italia, Nord Africa, Europa dell’Est).
Il corso è uno degli insegnamenti della laurea magistrale in Programmazione e Gestione delle Politiche e dei Servizi Sociali dell’Università di Milano-Bicocca. Le lezioni in carcere si sono svolte da febbraio a giugno 2014 presso il teatro della Casa di Reclusione di Opera e vi hanno partecipato anche trentadue studentesse iscritte alla laurea magistrale. Il progetto Università in carcere è coordinato da Alberto Giasanti, ordinario di Sociologia dei processi culturali nel Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Ateneo.
Le relazioni, frutto di un lavoro collettivo da parte di 27 studenti-detenuti suddivisi in sei gruppi, sono accomunate dalle parole chiave “conflitto, mediazione, perdono” e hanno ottenuto il massimo dei voti: cinque 30/30 e un 30 e lode per il gruppo Giochi di luci e ombre. La presentazione dei lavori è stata accompagnata dalla proiezione di foto di sketch teatrali a cura delle stesse persone detenute, con lo scopo di rappresentare visivamente i temi trattati.
I titoli delle tesi: Il divenire della coscienza, Giochi di luci e ombre: dalla mediazione di sé alla responsabilità sociale, Leggere l’Amleto attraverso gli occhi della mediazione, Il potere terapeutico e formativo delle fiabe. Tra ombra e mediazione con stessi, L’ombra del potere, I conflitti in Medea: quale sbocco catartico?
Le relazioni verranno raccolte e pubblicate prossimamente nel libro “università@carcere. Conflitto - mediazione - perdono”, a cura di Anima Edizioni.
La collaborazione tra l’Università di Milano-Bicocca e il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria (PRAP) per la Lombardia prosegue con l’obiettivo di costituire un vero e proprio Polo Universitario nel carcere di Opera. Per raggiungere questo traguardo è necessaria incrementare l’iscrizione dei detenuti ai percorsi universitari. Per l’anno accademico 2014/2015 sono ventisette le persone detenute delle Case circondariali di Opera e Bollate a essersi iscritte a uno dei corsi di laurea triennali dell’Università.
«L’Università di Milano-Bicocca – ha detto il rettore Cristina Messa – è fortemente impegnata in progetti che restituiscano benefici al territorio. L’accordo con il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria (PRAP) per la Lombardia rientra tra questi. Siamo molto soddisfatti della partecipazione e dell’impegno delle 25 persone detenute coinvolte nel corso e dei riscontri positivi arrivati anche dai nostri studenti. Continueremo la collaborazione con la Casa circondariale di Opera e con il Provveditorato per favorire lo sviluppo culturale e la formazione universitaria anche in carcere e, in questo modo, favorire il reinserimento in società delle persone detenute».
«Ringrazio l’Università per aver organizzato la giornata odierna – ha detto Aldo Fabozzi, Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria - nella convinzione che la sinergia degli interventi profusi renda il sistema penitenziario parte integrante del tessuto socio-culturale del territorio, contribuendo alla crescita personale dei soggetti, per restituire alla società uomini in grado di operare meglio rivisitando le scelte e le condotte devianti».
«Come coordinatore del corso “Le forme della mediazione dei conflitti” – ha detto Alberto Giasanti dell’Università di Milano-Bicocca – ho condotto dentro il carcere di Opera un lavoro di gruppo con studenti-detenuti e studenti dell’Università su temi come “la mediazione con se stessi, il nostro rapporto con la maschera, il doppio e l’ombra”: una esperienza molto significativa e davvero stimolante per tutti».