Comportamenti pericolosi per la vita, più fragili i teenager non eterosessuali

Lunedì, 12 Novembre 2018

Milano – Il rischio di suicidio e di comportamenti pericolosi per la vita è più elevato tra gli adolescenti appartenenti alle minoranze sessuali. Lo afferma uno studio dell’Università di Milano-Bicocca, dal titolo “Estimating the risk of attempted suicide among sexual minority youths”, recentemente pubblicato sulla rivista JAMA Pediatrics (doi:10.1001/jamapediatrics.2018.2731). 

Il suicidio è la seconda causa di morte tra gli adolescenti, a livello mondiale. Nonostante fosse già nota questa tendenza da parte delle minoranze sessuali, per la prima volta è stata compiuta una più precisa valutazione dell’entità del fenomeno negli adolescenti LGBT. 

Lo studio di Ester di Giacomo, psichiatra e dottoranda in Neuroscienze del gruppo di ricerca guidato da Massimo Clerici, docente di Psichiatria e direttore della scuola di specializzazione in Psichiatria dell’Università di Milano-Bicocca, ha preso in esame 35 studi accademici sul tema e un campione di quasi due milioni e mezzo di adolescenti tra i 12 e 20 anni, di dieci nazionalità diverse.  
Dall’analisi è risultato che gli adolescenti appartenenti al gruppo complessivo delle minoranze sessuali mostrano un tasso di rischio di suicidio (OR=3.50) superiore alle tre volte e mezzo rispetto ai loro coetanei eterosessuali.

La valutazione del rischio di tentato suicidio è stata analizzata anche all’interno di ogni gruppo di minoranza sessuale. I dati dimostrano che gli adolescenti transgender sembrano i più afflitti dal fenomeno (OR=5.77), seguiti dai bisessuali (OR=4.87) e dagli omosessuali (OR=3.71).

I fattori di rischio più noti per suicidio sono: tentativi di suicidio precedenti, una storia di malattia psichiatrica, specialmente depressione, psicosi ed alcuni disturbi di personalità, e ancora, essere vittime di bullismo, e abuso e trauma infantile.

«Tra questi fattori di rischio – spiega Ester di Giacomo- la sessualità e le problematiche legate sono state indagate, in particolare, in relazione ad abuso e identità di genere. Quest’ultima fa parte dell’“io” e contribuisce al pieno sviluppo di un essere umano adulto. Anche se le sue radici affondano nell'infanzia, l'orientamento di genere si esprime pienamente durante l'adolescenza, soprattutto a causa dell'inizio del desiderio sessuale. Gli adolescenti omosessuali, bisessuali e transgender sono generalmente a più alto rischio di isolamento, esposizione alla violenza, e stigmatizzazione, sia autoinflitta che inflitta da pari o familiari».

«Dati tali risultati – continuano Ester di Giacomo e Massimo Clerici - una maggiore consapevolezza ad opera dell’opinione pubblica e un adeguato sostegno centrato su sforzi di inclusione e de-stigmatizzazione dovrebbero essere obiettivi dei Piani progettuali nelle aree della Pubblica istruzione e della Sanità».