Milano, 20 maggio 2010 - I giovani italiani, è noto, sono tra quelli che hanno meno dimestichezza con le lingue straniere. Molto spesso, poi, arrivano alla fine dell’università senza aver mai fatto una vera esperienza all’estero, vacanze a parte. La scuola e l’università, dal canto loro, hanno programmi di studio all’estero e cooperazione internazionale (chi non conosce l’Erasmus) che però coinvolgono solo pochi studenti.
Perché? Da cosa dipende? Quali sono gli ostacoli a un vero e proprio decollo di una didattica che favorisca l’internazionalizzazione di massa dei nostri giovani?
Alcune risposte a questi interrogativi sono arrivate ieri sera nel corso del dibattito L’esperienza internazionale è cultura? Prospettive di Internazionalizzazione nella Scuola e nell’Università, organizzato dall’Università di Milano-Bicocca e dal Comune di Cinisello Balsamo presso Villa di Breme Forno, che dall’anno scorso ospita il Centro universitario di Alta Formazione Qua_Si Universiscuola.
Le diagnosi del rettore Marcello Fontanesi, e del direttore generale dell’Ufficio Scolastico per la Lombardia, Giuseppe Colosio hanno insistito sulla necessità di «rendere più centrale – come hanno sottolineato entrambi – sia per gli insegnanti della scuola superiore, sia per i docenti universitari, il valore formativo del soggiorno all’estero dei propri studenti e non di considerarlo, come purtroppo spesso avviene, un ostacolo per lo svolgimento del programma didattico».
Questa considerazione ha trovato conforto anche nelle testimonianze dei numerosi studenti, dottori di ricerca e giovani ricercatori che sono intervenuti al dibattito raccontando le proprie esperienze. Ciò che è emerso indica che i “nodi” sono concentrati al momento della partenza, quando spesso manca una motivazione forte da parte dei docenti, e al momento del rientro, quando gli studenti incontrano difficoltà burocratiche e lungaggini amministrative anche per il riconoscimento dei crediti maturati all’estero.
È necessario, quindi, come ha sottolineato Susanna Mantovani, prorettore dell’Università di Milano-Bicocca, «che si lavori sulla consapevolezza dei docenti con attività di formazione specifica. Il mercato del lavoro e la società, più in generale, richiedono talenti che siano abituati anche al confronto in contesti internazionali. Il contributo dell’Università, ad esempio attraverso il Centro di Alta formazione Qua_Si-Universiscuola, può essere proprio quello di creare nei docenti la motivazione a motivare i loro ragazzi ad andare all’estero per arricchire la propria esperienza e a valorizzarla realmente nel momento in cui riprendono il percorso di studi al rientro».
Il Centro di Alta formazione Qua_Si-UniversiscuolaL’incontro a Villa Di Breme Forno, infatti, è stato anche l’occasione per la presentazione del calendario di attività che il Centro di Alta Formazione Qua_Si Universiscuola ha in programma nel 2010. Il Centro, che ha sede presso la Villa, costruisce e eroga interventi di formazione continua sia per le scuole sia per le aziende. Il bacino di riferimento è costituito in primo luogo dal territorio nel quale sorge, quindi le scuole e le aziende del nord Milano e, più in generale della Lombardia.
Il valore aggiunto della collaborazione con il territorio, ed in particolare il Comune di Cinisello Balsamo che ha messo a disposizione la sede per il Centro, risiede nel trasferimento delle competenze e delle relazioni internazionali dell’Università di Milano-Bicocca sulla scala locale. I risultati attesi sono la realizzazione di una solida rete di scuole e imprese che partecipano alla realizzazione di progetti formativi e, in modo particolare, la realizzazione di relazioni vantaggiose per tutti gli attori della rete locale: enti, imprese e scuole che possono trarre un vantaggio di conoscenza e aggiornamento dall’Università e quest’ultima che collocando i prodotti formativi può individuare nuove risorse per la propria attività.
I servizi di formazione e consulenza sono organizzati secondo un approccio multidisciplinare che privilegia le diverse competenze ed esperienze elaborate dall’Università di Milano-Bicocca. Alle attività partecipano diversi dipartimenti e strutture quali, fra gli altri, il Dipartimento di Scienze umane per la formazione “Riccardo Massa”, vari Dipartimenti di area scientifica, il Dipartimento di Statistica. Il metodo di lavoro si basa su convenzioni specifiche stipulate con gli enti, le scuole e le aziende interessate.
Ad esempio, le competenze del dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze dell’Ateneo potranno essere utilizzate per sviluppare un piano formativo mirato per il distretto delle biotecnologie che sorge nell’area nord di Milano (si pensi al Parco Scientifico del San Raffaele). Così come per gli insegnati delle scuole potranno essere realizzati corsi di aggiornamento specifici e corsi trasversali a seconda delle esigenze.
La sede di Villa Di Breme Forno, storica e funzionale, consente attività quali seminari internazionali e corsi residenziali, ma sarà anche un luogo espositivo in occasione di mostre e convegni e un punto di riferimento per gli studenti che risiedono nella zona.
«Le attività di formazione e ricerca che trovano sede presso Villa Forno – ha dichiarato il sindaco di Cinisello Balsamo, Daniela Gasparini -, sono quanto mai apprezzate per la qualità della proposta e costituiscono un’eccellenza per il nostro territorio dando un certo prestigio alla città. Si tratta di un’opportunità importante, alla quale si aggiunge la convenzione con Aler e l’Università stessa per l’assegnazione di alloggi a studenti, che siamo riusciti a mettere a punto e che sigleremo nelle prossime settimane. Inoltre, stiamo intraprendendo un altro percorso molto importante con l’Università Bicocca, la quale si sta impegnando per un sostegno a diversi progetti avviati dal nostro Comune, da quelli sul quartiere Crocetta a quelli che riguardano i nidi».