Milano, 5 giugno 2013 – Ci sono specifiche aree del cervello che si attivano quando si mente. E che possono essere viste “all’opera” con l’imaging neurale. Lo rivela una ricerca da poco pubblicata sulla rivista americana Plos One.
Lo studio (Can You Catch a Liar? How Negative Emotions Affect Brain Responses when Lying or Telling the Truth, PLoS ONE 8(3): e59383. doi:10.1371/journal.pone.0059383) è stato realizzato da Alice Proverbio, Maria Elide Vanutelli e Roberta Adorni del dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca.
Le aree del cervello più attive dal punto di vista “elettrico” nella costruzione della menzogna sono la regione frontale e pre-frontale dell’emisfero sinistro e la corteccia cingolata anteriore.
«Attraverso un approccio di studio basato sull’elettrofisiologia cognitiva – spiega Alice Proverbio, professoressa associata di Psicobiologia e coordinatrice della ricerca – siamo in grado di vedere come reagisce il cervello di una persona quando riconosce qualcosa di familiare. È come se l’attività bioelettrica (derivante dall’attività cerebrale) esclamasse un “Aha!”». Inoltre, è possibile stabilire quando una persona sta mentendo poiché il cervello produce una risposta bioelettrica inconfondibile, chiamata N400, che riflette il tentativo di sopprimere l’informazione riconosciuta come vera. (guarda e scarica la mappa del marker neurale della menzogna Figura 1 e la tomografia che mostra le aree cerebrali che si attivano quando si mente e quando si dice la verità Figura 2)
Lo studio è stato condotto su 25 studenti universitari tutti volontari, 12 maschi e 13 femmine, ai quali sono state sottoposte 296 domande bilanciate per argomento e tipo di informazione. Le domande comprendevano anche dati, fatti e comportamenti personali conosciuti da ciascun partecipante. Per ogni risposta è stata impartita la specifica istruzione di mentire o dire la verità. È stato utilizzato un paradigma innovativo, che simula la situazione stressante dell’interrogatorio, con domande anche imbarazzanti o su temi delicati. Durante le risposte i volontari hanno indossato speciali cuffie con 128 rivelatori che registravano l’attività elettrica del cervello.
«Rispetto alla macchina della verità che si basa sulla misurazione di aspetti fisiologici come sudore e battito cardiaco per individuare chi mente – aggiunge Proverbio – il metodo basato sulla registrazione dell’attività elettromagnetica misura anche l’effetto cerebrale delle emozioni provate durante l’interrogatorio. L’attività mentale, misurata attraverso le variazioni elettriche delle risposte cerebrali è un indicatore molto più affidabile di quella solo periferica».
Una tecnica simile, chiamata “brain fingerprinting”, è stata utilizzata negli Stati Uniti dallo studioso Lawrence Farwell in due processi per omicidio (i casi Grinder e Harrington) e ha portato a modificare le sentenze, aiutando a individuare il vero colpevole nel primo caso e a scagionare il presunto nel secondo.
Nello studio dell’Università di Milano-Bicocca è emerso anche che, se è sempre possibile individuare i bugiardi per via della N400, chi prova ansia per domande stressanti (o è accusato ingiustamente) evidenzia una reazione emotiva simile ai mentitori (che ingannerebbe la macchina della verità), il che mette in guardia da un uso sprovveduto di indicatori fisiologici non cerebrali. (guarda e scarica la mappa che mostra l’effetto delle emozioni quando si mente o si dice la verità Figura 3)
Didascalie alle immaginiFig. 1: Queste mappe topografiche mostrano come, prescindendo dalle emozioni, la risposta N400, che rappresenta il marker neurale della menzogna, è più marcata (area blu più scura che si espande) quando si mente (sotto) piuttosto che quando si è sinceri (sopra)
Fig. 2: In questa immagine, una tomografia elettromagnetica a bassa risoluzione (LORETA), dall'alto verso il basso si possono vedere le aree cerebrali che si attivano quando si mente (sopra) e quando si dice la verità (al centro). In basso sono evidenziate le strutture neurali implicate nell'atto di mentire, la corteccia prefrontale e orbitofrontale sinistra e cingolata anteriore. Le frecce rosse indicano i picchi di attività elettromagnetica.
Fig. 3: Queste mappe topografiche mostrano come, quando si è ansiosi o agitati, l'attività cerebrale che segue l'atto di mentire (sotto) o di dire la verità (sopra) tende ad assomigliarsi a causa delle emozioni, col rischio di trarre in inganno chi deve giudicare.