L’Università di Milano-Bicocca accoglie dieci studenti Yazidi

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Martedì, 13 Settembre 2016

Milano, 13 settembre 2016 – L’Università di Milano-Bicocca accoglie fra i propri studenti dieci giovani Yazidi per consentire loro di riprendere gli studi interrotti a causa dei conflitti armati e delle occupazioni nell’area mediorientale.

L’Ateneo ha accolto la richiesta d’aiuto lanciata dall’associazione Yazda in occasione dell’incontro con Nadia Murad, il 4 maggio in Aula magna, che aveva evidenziato la dura realtà con cui i giovani Yazidi si confrontano quotidianamente.

L’Università di Milano-Bicocca, traducendo in pratica una presa di posizione contro ogni forma di discriminazione, ha deliberato di ospitare i dieci studenti per dar loro la possibilità di riprendere gli studi. Alcuni avevano interrotto un corso di laurea magistrale, mentre altri iniziano adesso il triennio: l’Ateneo si farà carico del pagamento del vitto, dell’alloggio e delle rette dei corsi di studio.

I dieci studenti Yazidi frequenteranno corsi di italiano e potranno iscriversi a corsi di laurea che non prevedono un accesso a numero programmato gestito a livello nazionale (ad esempio Medicina e Chirurgia). Tuttavia, quelli tra loro che fossero interessati a frequentare corsi come Medicina e Odontoiatria potranno comunque seguire quest’anno i singoli insegnamenti e sostenere i test d’accesso l’anno prossimo, con la possibilità, nel caso li superassero, di vedersi riconosciuti i crediti formativi già maturati.

Così Nadia Murad, attivista Yazida di 23 anni, ha commentato la notizia su Twitter: «Sono molto grata all’Università di Milano-Bicocca per aver accolto alcuni degli studenti più svantaggiati al mondo, vittime di genocidio. Questo significa molto per tutti noi».

Gli Yazidi sono un gruppo etnico-religioso principalmente diffuso in Medio Oriente fra Iraq, Iran, Siria e Turchia. Alcune minoranze vivono anche in Armenia, in Georgia e, dopo l’emigrazione, in Germania. Nadia Murad Basee Taha è una donna Yazida di 23 anni, riuscita a sopravvivere alle violenze dell'ISIS dopo essere stata rapita e venduta a gruppi di miliziani nel 2014. Da allora, Nadia ha deciso di fare del suo trauma una forza: la sua missione consiste nel denunciare alle Nazioni Unite, alla Corte Penale Internazionale e all’opinione pubblica mondiale il genocidio degli Yazidi e i crimini contro l'umanità.