Milano, 17 marzo 2008 - Nell'ambito del calendario di eventi per la celebrazione del Decennale di fondazione dell'Università degli Studi di Milano Bicocca, il Prof. Enzo Wanke, del Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze, ha organizzato, per domani pomeriggio, un incontro divulgativo per non addetti ai lavori sul funzionamento del cervello umano, a cui partecipano alcuni tra i maggiori esperti di fama internazionale che operano in qualificati centri di ricerca e cura di Milano.
Nel corso dell'incontro, introdotti dal Prof. Marcello Fontanesi, Rettore Università degli Studi di Milano Bicocca, interverranno il Prof. Giuseppe Vallar, neuropsicologo dell'Università degli Studi di Milano Bicocca, la Prof.ssa Daniela Perani, dell'Università Vita-Salute San Raffaele, e il Prof. Giuliano Avanzini, neurologo dell'Istituto Neurologico Besta.
Il Prof. Wanke illustrando le basi dell'eccitabilità nervosa, spiegherà quali sono le cellule che permettono agli esseri umani di vedere, sentire e strutturare azioni, ma soprattutto facendo vedere e ascoltare l'attività dei neuroni delle reti conservate in laboratorio. Lo spunto dell'incontro è nato dal fatto che in Università sono conservate delle reti nervose di topo che vivono per mesi in laboratorio e che sono caratterizzate dalla maggior parte delle proprietà delle reti del cervello umano.
"Senza cadere nel sensazionalismo miracolistico, i campi interessati ai risultati del nostro lavoro di ricerca sono molteplici - sostiene il Prof. Enzo Wanke -, a partire dalle malattie neurodegenerative come l'Alzheimer, all'epilessia e ad alcuni disturbi della vista e dell'udito. Il nostro primo obiettivo è quello di illustrare quello che si sta facendo in uno dei laboratori di ricerca nelle neuroscienze, dove l'Università di Milano Bicocca è certamente in posizione preminente. Grazie alle reti nervose di topo e alla tecnologia di cui disponiamo, siamo in grado di innovare il modo di sperimentare senza usare cavie e, soprattutto, senza far correre rischi ai malati, con importanti risparmi non solo economici. Possiamo infatti verificare e controllare gli effetti di determinati farmaci, ad esempio, nella cura di alcune forme di epilessia, una malattia dovuta ad una iperattività delle cellule nervose cerebrali, i cosiddetti neuroni. Si verifica infatti, paradossalmente, un eccesso di attività del sistema nervoso: alcune cellule del cervello incominciano a funzionare ad un ritmo molto superiore al normale, producendo la cosiddetta scarica epilettica e la conseguente crisi. Le sindromi epilettiche di natura genetica da noi studiate funzionalmente a livello molecolare possono essere ricostruite nelle nostre reti neuronali con metodiche avanzate quali elettroporazione o transfezione. Se la rete diventa epilettica, proveremo a somministrare determinati farmaci, ora in uso in terapia, valutandone l'efficacia sulla funzionalità della rete di neuroni. Siamo in una fase assolutamente preliminare dello studio, che tuttavia possiamo effettuare senza far correre alcun rischio ai malati".
"Un secondo fronte su cui siamo impegnati - continua il Prof. Wanke - riguarda il morbo di Alzheimer. Nelle forme non genetiche, la malattia è, infatti, dovuta a una precoce alterazione della funzionalità sinaptica e successiva distruzione di neuroni, causata principalmente dalla proteina "betamiloide", una proteina che depositandosi tra i neuroni agisce come una sorta di collante. La malattia è anche accompagnata da una forte diminuzione di acetilcolina nel cervello, sostanza fondamentale per la memoria ma anche per le altre facoltà intellettive. Noi, studiando la conseguenza di queste modificazioni dell'attività della rete che determinano l'impossibilità per il neurone di trasmettere gli impulsi nervosi, potremo determinare quali sono le sinapsi silenziate e controllare se alcuni dei rimedi già proposti sono efficaci o meno".
"Da ultimo ma non meno importanti - conclude il Prof. Enzo Wanke - sono gli studi che riguardano il venir meno del funzionamento di specifici neuroni che determinano cecità o sordità. L'obiettivo finale è quello di ripristinare, con protesi opportune (che stiamo sviluppando), il collegamento dei neuroni adibiti a trasmettere al cervello la percezione della luce e del suono, mediante la 'ri-attivazione' dei circuiti neuronali malati".
Verranno, inoltre, proiettati filmati di sperimentazioni fatte in passato da premi Nobel e mostrati dei video di esperimenti famosi ed, infine, attraverso una strumentazione particolare sono state illustrate visivamente le attività cerebrali ed effettuato un esperimento in tempo reale in cui, attraverso una sostanza chimica si è proceduto a disinibire la rete nervosa, causando una attività parossistica dei neuroni stessi.