Milano, 9 giugno 2011 - L’Università degli Studi di Milano-Bicocca, su proposta del consiglio di Facoltà di Scienze della Formazione, ha conferito questa mattina la laurea magistrale honoris causa in Scienze Pedagogiche a don Virginio Colmegna, uno dei più autorevoli esponenti del mondo della solidarietà milanese.
La cerimonia, cui hanno preso parte i presidi delle otto Facoltà, si è aperta con i saluti del Rettore, Marcello Fontanesi, e con gli interventi della preside della Facoltà di Scienze della Formazione, Silvia Kanizsa, del prorettore dell’Università, Susanna Mantovani, e di Duccio Demetrio, docente di pedagogia generale e sociale.
Nelle motivazioni espresse dal consiglio di Facoltà, si legge: «Per il lavoro costante come educatore e formatore di educatori; per l’impegno a difendere i più deboli e soprattutto i bambini e i giovani in qualsiasi circostanza, offrendo sostegno, riconoscimento e incoraggiamento e al tempo stesso richiedendo sempre, con pazienza, con realismo e con rigore, conoscenza e rispetto delle regole, impegno e assunzione di responsabilità; per la riflessione aperta al dialogo, articolata e sistematica sull’educazione in generale e soprattutto sull’educazione laddove l’incontro è più difficile; per l’impegno nel favorire il dialogo interculturale e interreligioso; per la tenacia e la lealtà nel dialogo e nella negoziazione instancabile con le istituzioni senza mai venir meno ai valori e ai fini che ispirano la difesa di chi è più debole in modo serio e lungimirante, liberandosi “da ogni residuo di visione volontaristica, sacrificale e punitiva del dare aiuto”; per il rilievo teorico, pedagogico e culturale oltre che di testimonianza che la sua figura di educatore ha assunto non solo a livello locale».
«Sono onorato di ricevere questo riconoscimento che coinvolge anche tutte le persone con cui ho condiviso questi anni di ospitalità e attenzione ai più deboli – ha detto don Virginio Colmegna -. Abbiamo sempre cercato di eseguire e portare avanti quel compito della sapienza della carità indicatoci dal cardinale Carlo Maria Martini. E che si traduce, come obiettivo principale, in attenzione all'educazione, ai processi formativi e a quella che io definisco la pedagogia dello stare in mezzo».
Virginio Colmegna, attualmente presidente della Fondazione Casa della Carità di Milano, è impegnato da oltre trent’anni nell’educazione territoriale e nella lotta all’emarginazione. Si è occupato di integrazione scolastica, soprattutto a livello interculturale, diventando protagonista e animatore di iniziative a supporto dell’inserimento dei bambini stranieri nella scuola. Ordinato sacerdote nel 1969, già negli anni Ottanta è stato il promotore di diverse cooperative e comunità di accoglienza, principalmente nel campo della sofferenza psichica e dei minori.
«L’azione di don Colmegna testimonia la sua formazione cristiana, ma mostra anche come essa incroci e soddisfi bisogni umani – ha affermato nel corso della Laudatio Salvatore Natoli, docente di Filosofia Teoretica -. Si muove a rendere giustizia, s’impegna per eliminare la marginalità, per allargare il più ampiamente possibile l’inclusione sociale, rendere tutti titolari di diritti. Questa azione non è stata solitaria: nata dentro entro le istituzioni ecclesiali, ha guadagnato nel tempo un forte impatto sociale e politico».
«La laurea ad honorem a don Colmegna è un riconoscimento per l’opera svolta a favore delle persone che versano in situazioni di disagio e di precarietà, bisognose di ascolto e di aiuto – ha detto Marcello Fontanesi -; un riconoscimento a chi ha affrontato ed affronta queste problematiche non limitando il proprio intervento al solo aspetto assistenziale, ma adoperandosi per promuovere prospettive più ampie, confidando positivamente in una società capace di interpretare lo sviluppo come occasione di integrazione e l’integrazione come strumento di sviluppo. Il conferimento di questa laurea ad honorem è inoltre un’occasione per indicare ai giovani una figura di riferimento che ha usato i propri “talenti” non tanto per ottenere un successo personale professionale quanto per venire incontro ai fratelli meno fortunati».
«Intercultura, regole, formazione. Esercizi di coesione nella città. Temi molto attuali e molto caldi per tutti e soprattutto per chi è impegnato nella riflessione educativa - hanno affermato nel corso della cerimonia Susanna Mantovani e Duccio Demetrio -. Virginio Colmegna ha anticipato, nella pratica e nella riflessione teorica, questi temi. Ha promosso l’intercultura, ben al di là di posizioni solidaristiche, praticando il riconoscimento e l’accoglienza dell’altro come premessa per la reciproca conoscenza e la convivenza. L’accoglienza, la capacità di riconoscere, affrontare e gestire i conflitti sempre all’interno delle regole e di un corretto rapporto con le istituzioni, sono un esempio non solo per perseguire la coesione sociale ma anche per formare chi ha responsabilità educative. Non a caso il tema delle regole affligge oggi chiunque si occupi di educazione. La formazione, come sottolinea Colmegna nelle sue iniziative e nelle sue opere, non si improvvisa, è un percorso difficile, che richiede disponibilità e professionalità, da perseguire con impegno e costanza. Il suo è un magistero esemplare che si inserisce a pieno diritto nella storia della pedagogia contemporanea laica e di ispirazione cattolica: non è possibile discutere e fare educazione quasi si trattasse di una materia imparziale, astorica, asettica, al di sopra delle parti, dal momento che in educazione nulla è mai stato e sarà neutrale».
Le lauree honoris causa conferite dall’Università BicoccaQuella a Virginio Colmegna è l’ottava laurea honoris causa che l’Università degli Studi di Milano-Bicocca conferisce ad esponenti del mondo della cultura, dell’industria, dell’economia e della scienza. Le prime due lauree sono state conferite, nel 2005, in Scienza dei Materiali all’ingegnere Pasquale Pistorio e in Fisica al Professor Umberto Veronesi. E sempre nel 2005 è stata la volta di due premi Nobel: Daniel Kahneman, premio Nobel per l’Economia nel 2002, in Scienze dell’Economia (6 aprile 2005). Il 18 maggio del 2006, due lauree ad honorem in Informatica sono state assegnate a David Harel, figura di primissimo piano nello sviluppo dei metodi formali per l'ingegneria del software, e a Roberto Galimberti, tra i fautori del primo microcomputer italiano. Infine, il 22 gennaio del 2008, in occasione delle celebrazioni per il decimo Anniversario di fondazione dell’Ateneo, Rita Levi-Montalcini, premio Nobel per la Medicina nel 1986, è stata laureata honoris causa in Biotecnologie industriali.
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