Ricerca dell’Università di Milano-Bicocca sul mercato dell’arte nella Roma barocca vince il Premio Tarantelli

Venerdì, 12 Settembre 2014

Milano, 12 settembre 2014 – In quanto a competitività sul mercato, nella Roma del Seicento artisti come Caravaggio e Guido Reni avevano poco da invidiare ai Maurizio Cattelan e ai Damien Hirst di oggi.

Sono le conclusioni del saggio “The Labor Market in the Art Sector of Baroque Rome" che ha vinto oggi il Premio annuale di Economia del lavoro "Ezio Tarantelli", assegnato a Pisa nel corso della 29esima edizione del Convegno Nazionale dell’AIEL - Associazione Italiana Economisti del Lavoro.

Gli autori del saggio sono gli economisti Silvia Marchesi e Laura Pagani dell’Università di Milano-Bicocca, e Federico Etro, già professore associato in Bicocca e ora professore ordinario presso l’Università di Venezia ‘Cà Foscari’.

Il saggio basa la sua analisi su un dataset amministrato dal Getty Research Institute (Payments to Artists Database) che riporta informazioni relative a circa un migliaio di transazioni intercorse tra 113 pittori attivi sul mercato romano del Seicento e i loro committenti, con riferimento ad alcune caratteristiche degli artisti, dei dipinti e dei compratori, appartenenti perlopiù alla fascia alta del mercato.

Il Seicento è stato caratterizzato dal fenomeno della differenziazione artistica che ha portato alla produzione di massa di nuovi soggetti o generi artistici di importanza gerarchica (dal figurativo sacro al ritratto borghese, al quadro di genere fino alla natura morta) con relativa differenziazione dei prezzi basata sul genere.

Procedendo con una analisi econometrica dei dati forniti dal dataset, gli autori paragonano il mercato dell'arte dell’epoca al mercato del lavoro di oggi: i generi artistici diventano settori industriali, i committenti i datori di lavoro e gli artisti i lavoratori. In particolare, in presenza di mobilità degli artisti tra i diversi settori e dopo aver controllato per fattori di domanda e offerta, l’aspettativa è che scompaia qualsiasi differenza di prezzo tra quadri appartenenti a generi diversi.

Controllando simultaneamente per le caratteristiche del dipinto, dell’artista e del committente, gli autori ottengono la conferma della validità dell’ipotesi di equalizzazione di prezzo tra generi, realizzata attraverso la mobilità dei pittori tra i diversi settori artistici. Emerge infine che alcuni dei più famosi artisti dell’epoca erano anche i meglio remunerati. Tra questi, i principali autori di dipinti barocchi di genere figurativo quali Guido Reni, Pietro da Cortona e Carlo Maratta, ma anche artisti impegnati in generi diversi quali il Caravaggio, di fatto il creatore della pittura di genere e delle nature morte nel mercato dell’arte italiano.

La motivazione del premio è illustrata da Claudio Lucifora dell’Università Cattolica di Milano, Presidente di giuria. «Il saggio è altamente meritevole del premio Tarantelli innanzitutto per l’idea originale di analizzare il mercato dell’arte per la verifica del funzionamento competitivo di un mercato del lavoro con lavoratori altamente qualificati che producono beni differenziati. Inoltre, lo studio si avvale di un database originale, le cui caratteristiche permettono un’analisi accurata del mercato del lavoro degli artisti, e presenta un uso esperto delle tecniche econometriche. Il saggio dimostra come i mercati del lavoro del passato e di contesti creativi possano suggerire risultati interessanti per la ricerca dei nostri giorni».