Settimana della Ricerca Scientifica dell'Università di Milano-Bicocca

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Lunedì, 25 Maggio 2009

Milano, 25 maggio 2009 - Con il convengo 'L'università di Milano-Bicocca e la ricerca europea', si è avviata la settimana di incontri dedicata alla ricerca, organizzata dall'Università degli Studi di Milano-Bicocca.

L'incontro è stato introdotto dal Rettore, Marcello Fontanesi, che, a dimostrazione dell'impegno delle 8 Facoltà dell'Ateneo nella ricerca, ha ricordato alcuni numeri, come quelli relativi alla ricerca: 21 dipartimenti nei quali lavorano 935 fra docenti e ricercatori oltre a più di 1500 giovani laureati in formazione (dottorandi, specializzandi e assegnisti). Nel Campus Bicocca di Milano e nel Polo Medico di Monza sono oltre 140 i laboratori nei quali si svolgono quotidianamente attività di ricerca scientifica. Sono 3 i Centri di eccellenza e 39 i Centri di ricerca che hanno sede in Università. Dalla fondazione dell'Ateneo sono stati attivati 10 Spin Off e depositati 40 brevetti. Nel 2008 i finanziamenti ricevuti dall'Unione Europea per progetti di ricerca sono stati 3.800.000 euro e da uno studio condotto nel maggio dello stesso anno dalla Rappresentanza italiana presso la Commissione Europea, l'Università di Milano-Bicocca risulta settima a livello nazionale per numero di progetti che hanno avuto successo.

"La nostra Università -  ha sostenuto il Rettore Marcello Fontanesi - si è guadagnata un giudizio complessivamente positivo nelle classifiche nazionali, tant'è che in alcuni casi i nostri gruppi di ricerca sono nelle prime tre posizioni delle graduatorie d'interesse. Tuttavia, penso che oltre al riconoscimento scientifico, la ricerca deve puntare a un proficuo e persistente rapporto con le realtà locali e le imprese. In questo senso, l'aumento del numero di contratti di ricerca con enti ed imprese, è indice del nostro impegno per l'incremento della collaborazione con il mondo imprenditoriale e con le istituzioni territoriali".

Sono poi intervenute, tra gli altri, la Prof.ssa Helga Nowotny, VicePresidente del Consiglio Europeo per la Ricerca (ERC), recentemente costituito, nell'ambito del VII Programma quadro dell'Unione europea, per sostenere la ricerca di base sulla base di programmi presentati da singoli ricercatori e l'europarlamentare Pia Locatelli.

"Per la prima volta - ha spiegato Helga Nowotny -, l'unico criterio che guida le 'frontiere della ricerca' finanziate dalle Comunità Europea non è più una priorità tematica, ma il solo principio dell'eccellenza scientifica. Questa scelta rappresenta un cambiamento radicale nelle politiche di sostegno alla ricerca: infatti sono previsti finanziamenti fino a 1,5 milioni di euro per Starting Grant e borse fino a 2,5 milioni di euro (o in casi eccezionali, fino a 3,5 milioni di euro) per Advanced Grant concessi solo sulla base della qualità delle proposte dei singoli ricercatori, indipendentemente dalla loro nazionalità. La logica della costituzione di consorzi o delle reti per accedere al finanziamento comunitario viene completamente superata e l'unica requisito è che il lavoro dei ricercatori deve essere effettuato presso un istituto situato in uno Stato membro dell'UE o in un paese associato".

Pia Locatelli, che è stata relatrice per conto del Parlamento Europeo del VII° Programma Quadro, ha esordito ricordando i crescenti ritardi dell'impegno italiano nel sostenere la ricerca, sia dal punto di vista delle risorse finanziarie impegnate (erano l'1,49 % del PIL negli anni Novanta  e oggi rappresentano solo l'1,15 % dello stesso), sia dal punto di vista del numero dei ricercatori attivi: circa 82.000 contro il doppio e più di Francia e Gran Bretagna, che hanno quasi la stessa popolazione. "Il VII° Programma Quadro - ha aggiunto Pia Locatelli - è entrato in vigore da più di due anni e purtroppo da un'analisi delle prime verifiche, ad esempio per le ICT, si registra una diminuzione della partecipazione italiana rispetto al Programma precedente: tasso di successo, ovvero percentuale dei progetti finanziati sul totale di quelli presentati, pari al 14,4%, inferiore a Francia, Germania, Regno Unito e superiore a Spagna, Portogallo e comunque al di sotto della media europea (19,17%). Il rientro finanziario percentuale sul budget generale (Paesi membri UE e Associati) è stimato all'8,9%, molto inferiore a Germania (18,4%), Regno Unito (12,7%), Francia (12,6%). Considerando solo i membri UE, l'Italia si attesta al 10%, contro il 20% della Germania, il 14,3% del Regno Unito, il 14,2% della Francia". Per contrastare la deriva, Pia Locatelli ha concluso sollecitando: "una maggiore professionalità, perché il "fai da te" non funziona; una maggiore informazione mirata; il miglioramento del dialogo tra centri di ricerca, università e imprese e l'aumento e miglioramento delle infrastrutture pubbliche di sostegno"