Milano, 27 febbraio 2017 – Come mangiano gli over 75 a Milano? Grazie alla dieta mediterranea le abitudini alimentari degli anziani sono tendenzialmente sane, con eccezioni dovute soprattutto alle diseguaglianze socio-economiche. Dai “paradisi” ai “deserti” dell’offerta alimentare, i quartieri e l’ambiente urbano hanno un ruolo importante che influisce sull’alimentazione dei residenti. I luoghi preferiti per fare la spesa sono i supermercati, seguiti dai tradizionali mercati rionali. Rari i pasti consumati fuori di casa, mentre il consumo di alcol, vino e birra appare abbastanza frequente. Sane abitudini: meglio le donne degli uomini.
È la fotografia che emerge dalla ricerca “L’accessibilità alle risorse alimentari degli anziani a Milano”, condotta dal Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Milano-Bicocca, con la collaborazione dell’Università di Pavia e il sostegno di Fondazione Cariplo, per indagare la distribuzione socio-territoriale dell’offerta alimentare e le abitudini, gli stili di consumo, la mobilità e l’accesso alle risorse di un ampio gruppo di over 75 milanesi.
Lo studio è stato presentato questa mattina all’Università di Milano-Bicocca nel corso di un incontro coordinato da Francesca Zajczyk e Matteo Colleoni, professori all’Università Bicocca, e Luca Daconto, ricercatore, insieme a Hellas Cena e Rachele De Giuseppe dell’Università di Pavia. Alla presentazione hanno partecipato Cristina Messa, Rettore dell’Ateneo milanese, Pierfrancesco Majorino, Assessore a Politiche Sociali, Salute e Diritti del Comune di Milano, e Carlo Mango, Consigliere delegato di Cariplo Factory.
I ricercatori hanno intervistato 200 anziani con almeno 75 anni, residenti in tutti i Municipi della città, e in sei mesi sono state raccolte informazioni che hanno permesso di costruire un database con più di 200 variabili e di effettuare analisi approfondite. La ricerca si concentra su quattro temi di indagine: le abitudini alimentari, l’invecchiamento nei quartieri di Milano, la distribuzione e la percezione dell’offerta alimentare (per un approfondimento è possibile consultare le schede tematiche).
Per quanto riguarda l’accesso al cibo, attraverso l’analisi della distribuzione dell’offerta alimentare e dello status socio-economico, la ricerca ha individuato tre tipi di quartieri: Food Desert, in cui l’accesso a un’alimentazione sana è messo in dubbio dalla scarsità di risorse e dalla bassa disponibilità di mobilità (Ronchetto sul Naviglio, Gratosoglio-Ticinello, Forze Armate, Mecenate, Stadera, Lorenteggio, viale Monza); Food Mirage, che concentra risorse alimentari e opportunità di mobilità, ma può presentare problemi in riferimento alla dimensione economica dell’accessibilità (Villapizzone, Lodi-Corvetto, Gallaratese, Bruzzano, Comasina, Quarto Oggiaro); Food Paradise, in cui ci sono le migliori condizioni di accessibilità alle risorse alimentari, nelle aree centrali e in prossimità del centro storico (primo Municipio).
Per quanto riguarda le abitudini a tavola gli anziani mantengono una dieta tipicamente mediterranea: consumano quotidianamente frutta, verdura e carboidrati (pasta, riso, pane). Il confronto di genere mette in luce come le donne tendano maggiormente a seguire sane abitudini rispetto agli uomini. Anche lo status economico si associa, in genere, con le abitudini più salutari. Una problematica che emerge, secondo gli studiosi, è il consumo molto elevato di formaggi: il 42% li mangia tutti i giorni o quasi. Poco frequente invece il consumo di legumi (33%), pesce e uova. Nel corso della ricerca è stato costruito un Indice di sane abitudini (ISA) con punteggi da 0 a 100 e i risultati evidenziano che gli intervistati seguono un comportamento tendenzialmente sano, con un valore medio di 71,68.
Ma come fanno la spesa gli over 75 a Milano? I luoghi più frequentati sono i supermercati e gli ipermercati (85,7%), tuttavia gli intervistati indicano come secondo luogo di riferimento il tradizionale mercato rionale (34%). La vicinanza – a piedi o con il trasporto pubblico – è giudicata buona da gran parte degli intervistati, anche se alcune criticità sono emerse rispetto al numero dei punti vendita (il 21,7% dichiara che i negozi sono troppo pochi). La qualità e la varietà degli alimenti registrano per lo più valori tendenti al positivo, mentre un aspetto problematico riguarda la percezione dell’economicità degli alimenti, che un gruppo di anziani giudica medio-bassa.
«L’obiettivo di questa ricerca – ha spiegato Francesca Zajczyk, ordinaria di Sociologia e coordinatrice del progetto – è quello di fornire alle istituzioni locali una piattaforma scientifica dalla quale partire per conoscere la situazione e sviluppare gli interventi più adeguati. L’indagine ha adottato un innovativo metodo misto, con l’impiego di tecniche di analisi provenienti da discipline diverse: Scienza dell'informazione geografica, cartografia tematica, open data socio-territoriali, interviste personali, food frequency questionnaires e test biometrici».
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