Università di Milano-Bicocca, Acquario di Genova, Maldives National University e University of Dubai insieme per studiare e salvare l’ultimo segreto delle Maldive: i mangrovieti

Mercoledì, 17 Aprile 2024

Una nuova collaborazione scientifica internazionale prende il via per studiare e salvare i mangrovieti delle Maldive e degli Emirati Arabi Uniti, ecosistemi unici al mondo che forniscono l’habitat vitale per numerose specie marine e terrestri, proteggono le coste dall'erosione, svolgono un ruolo chiave nella mitigazione dei danni causati dagli uragani e, assorbendo grandi quantità di carbonio dall'atmosfera, contribuiscono alla lotta al cambiamento climatico.

Ad oggi sono estremamente scarse e frammentate le conoscenze scientifiche di questi ecosistemi fragili che rischiano di scomparire nell’arco di qualche decennio a causa dello sviluppo infrastrutturale, dell'inquinamento da plastica e della riconversione dei terreni.

A unire le forze per tutelate e conservare questo patrimonio naturale molto delicato e conosciuto da pochi sono Università di Milano-Bicocca, Acquario di Genova, Maldives National University e University of Dubai.

Il progetto coordinato dal Prof. Paolo Galli, dell’Università di Milano-Bicocca ha l’obiettivo di studiare i mangrovieti mediante un approccio multidisciplinare. 

La prima tappa del percorso di studio e conservazione, già realizzata nel 2023, è stata la mappatura e revisione scientifica sullo stato di salute e conservazione dei mangrovieti delle Maldive., da cui è emersa la presenza di mangrovieti in 108 isole su un totale di circa 1.200 isole che compongono l’arcipelago maldiviano, la registrazione di quattordici diverse specie di mangrovie di cui una, la Bruguiera hainesii, in pericolo di estinzione.

In natura, si cercherà di individuare le isole maldiviane che custodiscono gli ultimi mangrovieti ancora inesplorati in modo tale che possano essere intraprese tutte le azioni per renderle aree protette. Sempre alle Maldive, un’attenzione particolare verrà data allo studio della presenza di micro e nano plastiche, grazie alla collaborazione con la Maldives National University impegnata in modo particolare in questo campo.

Con l’obiettivo di allargare il progetto ai mangrovieti presenti negli Emirati Arabi Uniti, studi particolari verranno svolti dalla University of Dubai che stimerà il rischio di aumento del livello del mare, che mette a rischio i mangrovieti, grazie al suo dipartimento di Ingegneria e Tecnologia informatica. 

Presso l’Acquario di Genova, nell’ambito della collaborazione che già vede la struttura al fianco dell’Università di Milano-Bicocca nelle due sedi del MaRHE Center alle Maldive e presso lo stesso Acquario, è appena stata aperta un’area dedicata con una vasca che riproduce una piccola porzione di mangrovieto e che ospita diverse specie di mangrovie coltivate dai biologi della struttura.

Presso l’Acquario verranno svolte attività di divulgazione e sensibilizzazione del pubblico su questi preziosi ecosistemi e ricerche scientifiche focalizzate sulle seguenti tematiche: possibilità di estrarre dalle mangrovie nuove biomolecole per potenziali applicazioni cosmetiche o farmaceutiche; coltivazione di piante di mangrovie in ambiente controllato e sviluppo di protocolli di coltivazione che possano essere replicati in natura al fine del ripascimento dei mangrovieti esistenti; valutazione dello stato di salute dei mangrovieti attraverso l’analisi dei composti volatili rilasciati dalle piante.

Questo progetto multidisciplinare è reso possibile dalla presenza alle Maldive del MaRHE Center, un Centro di eccellenza italiano diretto dal Prof. Paolo Galli. “Dalla sua nascita nel 2009 - spiega Galli - il MaRHE Center ha svolto attività di ricerca in diversi campi dell’ecologia marina tra cui lo studio delle scogliere coralline e del loro ripristino e lo studio dei fondali marini da parte di geologi, ospitando negli anni centinaia di ricercatori provenienti dalle più prestigiose università del mondo tra cui il MIT e la Cambridge University, diventando in pochi anni un vanto per l’Italia”.

“Siamo felici di arricchire la collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca – afferma Silvia Lavorano, Curatore Generale di Costa Edutainment – che già ci vede operare insieme per la salvaguardia, la conservazione e la ricerca sui coralli tropicali grazie alla sede genovese del MaRHE Center che ospitiamo all’Acquario di Genova. Con questo tipo di collaborazioni rafforziamo sempre di più il ruolo dell’Acquario come osservatorio privilegiato della natura e laboratorio di studio e ricerca che consente di sviluppare in ambiente controllato nuove conoscenze fondamentali da applicare in natura per tutelare il patrimonio naturale”.

Le mangrovie
Le mangrovie sono un gruppo di alberi e arbusti che si sviluppano lungo le coste tropicali e subtropicali di tutto il mondo, soprattutto nella fascia sottoposta alle maree.

La loro caratteristica principale è quella di poter vivere in ambienti con un elevato grado di salinità.

Danno vita a una fitta vegetazione dalle caratteristiche singolari. Presentano tipiche radici a trampolo, che si sviluppano dal fusto e crescono in profondità, ancorando la pianta al suolo ed assorbendo l’acqua ed i nutrienti. Queste radici danno origine a un sistema intricato, che stabilizza il terreno e offre riparo a numerose specie animali.

Sono dotate inoltre di radici aeree, chiamate pneumatofori, che emergono dal terreno e si sviluppano verso l'alto, a contatto diretto con l’aria. Queste radici sono in grado di assorbire l’ossigeno atmosferico, permettendo così alla pianta di sopravvivere in terreni paludosi, scarsamente ossigenati.

Alcune mangrovie sono dotate di membrane speciali che coprono le radici e impediscono l’ingresso di circa il 90% del sale marino. La maggioranza delle specie elimina il sale in eccesso attraverso ghiandole presenti sulle foglie; altre ancora concentrano il sale nella corteccia o nelle foglie che quindi verrà eliminato quando queste si staccheranno dalla pianta. 

Sono piante vivipare: una volta avvenuta l’impollinazione, i semi germinano sulla pianta madre, dando origine a piantine chiamate propaguli. Questi, dopo essersi staccati, si insediano nei sedimenti vicini alla pianta madre o si disperdono con le maree e le correnti verso altre coste.