Valutazione ricerca Anvur, Milano-Bicocca al secondo posto

Martedì, 16 Luglio 2013

Milano, 16 luglio 2013 – L’Università di Milano-Bicocca si posiziona al secondo posto del raggruppamento grandi atenei (per numero di soggetti valutati) nel primo Rapporto della Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) per il periodo 2004-2010 presentato oggi a Roma presso la sede dell’Anvur (l’Agenzia nazionale per la valutazione dell’Università e della Ricerca).

In particolare, in 6 aree di ricerca valutate sulle 14 complessive l’Ateneo si posiziona nelle prime sei posizioni e in una si posiziona al primo posto.

Le aree in cui l’Ateneo si posiziona meglio sono: Scienze Chimiche, Scienze della Terra, Scienze Biologiche, Scienze dell’Antichità filologico-letterarie e storico-artistiche, Scienze Storiche, Filosofiche e Pedagogiche, Scienze Economiche e Statistiche. L’area in cui si posiziona al primo posto è Scienze politiche e sociali.

Tra i dipartimenti del segmento medio (sempre per numero di prodotti della ricerca valutati), quello di Scienza dei Materiali si classifica al primo posto per la fisica e al secondo per la chimica.Tra i dipartimento del segmento grande, quello di Sociologia si classifica al terzo posto.

Come scrivono gli analisti nel rapporto dell’Anvur dedicato all’Università di Milano-Bicocca: «L’indicatore R (che rappresenta la percentuale di prodotti valutati “eccellenti”, NdR) è superiore a uno in tutte le Aree tranne quella di Ingegneria industriale e dell’informazione, mostrando che la valutazione media è  superiore alla media nazionale di Area».

«L’Università di Milano-Bicocca – dice il rettore Marcello Fontanesi, commentando i dati – ha puntato sin dall’inizio sulla buona qualità della ricerca perché eravamo convinti che un buon livello della ricerca fosse il presupposto di un buon livello dell’insegnamento, del trasferimento tecnologico e del rapporto con le imprese. Siamo nati nel 1998 e a quindici anni di distanza il risultato della Valutazione Anvur dimostra che abbiamo seguito la strada giusta. Questi risultati sono il frutto di più fattori: investimento sulle infrastrutture, sulle strutture per la ricerca, sul capitale umano e sulla capacità di attirare finanziamenti per i progetti di ricerca».