Milano, 11 aprile 2013 - Domani pomeriggio in un’aula dell’Università di Milano-Bicocca si discuterà una tesi di laurea in Scienze e Tecnologie Geologiche sulla relazione tra terremoti ed eruzioni vulcaniche nelle Ande. Fin qui nulla di particolare. Non fosse che la commissione d’esame sarà seduta, incorniciata in un monitor a52 pollici, in un’altra aula a più di tremila chilometri da quella in cui si trova il laureando. Per la precisione a Houghton nel Michigan, nella sede della Michigan Technological University. Eppure studente e professori interagiscono come se fossero nella stessa stanza.
Davanti al maxi schermo Daniele Alami, laureando in Scienze e Tecnologie Geologiche insieme al suo relatore, il professor Alessandro Tibaldi docente di Geologia Strutturale. La laurea di Alami vale doppio grazie al Programma Atlantis, al quale aderisce l’Università di Milano-Bicocca, che promuove una serie di attività innovative e durature incentrate sugli studenti dell'Unione Europea e degli Stati Uniti nei settori dell'istruzione superiore e della formazione professionale. Grazie all'istituzione di corsi per doppi diplomi o doppi titoli, gli studenti partecipano agli scambi transatlantici acquisendo conoscenze, competenze professionali e capacità linguistiche che sono diventate essenziali per entrare con successo nell'attuale mondo del lavoro.
Nell'ambito del Programma Atlantis le Università di Milano Bicocca, Blaise Pascal (Francia), Michigan Technological (USA) e Buffalo (USA) hanno dato vita ad un progetto congiunto, il Progetto INVOGE, finalizzato al conseguimento del doppio diploma di laurea magistrale italiano e USA (Master), con orientamento in Vulcanologia e Geotecnica.
Il nuovo e avanzato sistema di videoconferenza di cui si è dotata l’Università, permette di gestire, con audio e immagini in alta qualità e con alto grado di interazione, le tesi di laurea dei programmi internazionali, le riunioni di docenti e ricercatori con partner in tutto il mondo e, dal prossimo anno accademico, di erogare anche alcuni corsi di dottorato in modalità “video”.
La nuova applicazione è stata progettata dai Sistemi informativi dell’Ateneo in collaborazione con Cisco e PRES che sviluppano, rispettivamente, la soluzione di videoconferenza e l’integrazione del sistema con l’architettura informatica. Il risultato finale è una soluzione di videoconferenza evoluta che utilizza video e audio in altissima definizione per permettere di comunicare ovunque nel mondo con un’esperienza paragonabile all’incontro “di persona”, che facilita la cooperazione a distanza. I vantaggi sono molteplici: dal sostegno ai programmi di internazionalizzazione e di scambio con altre università al risparmio dei costi di viaggio e missioni all’estero per meeting e riunioni, alle quali si può partecipare senza spostarsi dall’Ateneo. Senza contare i vantaggi ambientali legati alle minori emissioni di Co2, grazie a voli e spostamenti in treno o auto non più necessari.
«Siamo molto soddisfatti di aver sviluppato con i nostri partner tecnologici il nuovo sistema di videoconferenza – dice il rettore Marcello Fontanesi. Per noi l’innovazione è un investimento strategico perché, come in questo caso, ci permette di rafforzare l’internazionalizzazione e le relazioni con altre università e centri di ricerca con ricadute positive sulla qualità della nostra offerta di studio e della nostra produzione scientifica».
«Questa occasione dimostra ancora una volta come essere connessi e saper immaginare nuovi utilizzi del digitale offre grandi opportunità. In un mondo connesso, i saperi, le esperienze e le persone che si possono raggiungere sono potenzialmente infiniti; si abbattono i confini e si può collaborare in modo più produttivo ed efficace in ogni progetto», commenta Agostino Santoni, l’amministratore delegato di Cisco Italia. «Siamo molto orgogliosi di essere parte di una tesi di laurea discussa a livello internazionale; un’occasione che ancora una volta ci rende consapevoli del fatto che il vero valore aggiunto delle tecnologie di rete su cui lavoriamo ogni giorno è la capacità di sviluppare il potenziale degli individui, della società, dell’economia».
Il sistema, ribattezzato vconf@unimib, è stato installato in tre aule didattiche, quattro sale medio-piccole con megaschermo dedicate alla videoconferenza, tre aule convegni di grandi dimensioni, per un totale di 1.500 posti a sedere, nelle quali garantisce anche lo streaming in diretta di convegni e seminari. Ci sono, inoltre, tre postazioni mobili attrezzate con la stessa tecnologia. L’automazione del sistema è completa, infatti videocamere, schermi e microfoni si attivano automaticamente e solo nel momento in cui ha inizio la sessione di uso.